Pensare la scuola
A cura della Redazione
A cura della Redazione
Una certa globalizzazione è pandemica. L’impresario è vittima di se stesso. Quale individuo moderno e civilizzato non ha un’identità internazionale di utente di telefonia mobile? Chi vuole comandare ha da essere analogico. Sottraendosi quel tanto che basta, fuoriesce, sta fuori e sopra il groviglio. Vigila e controlla. L’Homo Sapiens domina ancora sul Digitans.
Anche stavolta alla fine di un governo che pur si è mosso su molti fronti con la consapevolezza che rispetto alla seria e perfino drammatica crisi di questi ultimi anni si dovesse legiferare anche pensando al futuro, il dicastero che ne esce malconcio, manco a dirlo, è quello dell’istruzione.
Questo il grido di battaglia lanciato da Giovanni Papini agli studenti universitari torinesi in occasione di una conferenza promossa dall’associazione universitaria locale nell’aprile del 1913...
Ammaestriamo attori e, nei casi peggiori, tromboni dell’efficacia più che dell’umiltà metodica, burattini della persuasività più che della cautela epistemica, pronti a sciorinare rappresentazioni di sicurezza più che ragionamenti corretti, esitanti, complessi ed alieni dalle iperboli...
Perché un sistema scolastico arrivi a dare una sua identità culturale, sociale ed economica ad un Paese occorrono almeno due decenni e tante risorse...
Sono partito dal rilevare, nel mio ruolo di docente di filosofia, le crescenti difficoltà dei ragazzi a concentrarsi, a studiare prolungatamente. Mi sono chiesto: perché sta accadendo?
Chi scrive è un (consapevole) prodotto della massificazione scolastica. Le parole utilizzate non sono scelte a caso, bensì rinviano a certi, precisi significati di cui le si vuole dotare. Usare “prodotto” dà l’idea, o perlomeno vorrebbe rendere l’idea...
Lo scorso 26 aprile è stata pubblicata sulla piattaforma “change.org” la petizione[1] presentata al ministro dell’Istruzione prof. Patrizio Bianchi di un’associazione di laureati e laureandi in filosofia denominata Filosofia Futura...
Come era auspicabile, sta tornando, finalmente al di fuori delle problematiche legate al Covid che tanto, in negativo, l’hanno segnata, un certo interesse per la scuola. E non solo in virtù dell’ultimo decreto relativo alla nuove modalità per la formazione...
È doveroso ringraziare il professor Mattia Flamigni per il prezioso contributo che ha portato, con il suo articolo (Concorso ordinario per la scuola: “flop” del test o dei candidati?), alla rubrica “Pensare la scuola”...