Pensare la scuola
A cura della Redazione
A cura della Redazione
L’idea che la società capitalistica postfordista ha della scuola è ancora quella di una fabbrica che dovrebbe produrre a sua volta lavoratori e consumatori, sulla falsariga delle società giapponese, cinese e americana
Poche settimane fa, il Garante della Privacy ha provvisoriamente fermato la nuova epidemia che stava diffondendosi velocissimamente: la smania di smanettare con ChatGPT. Cosa indichi questa sigla è ormai cosa nota a tutti: è un chatbot...
Se l’emergenza educativa è figlia di una modernizzazione sfrenata e senza guida del processo pedagogico e dell’istruzione scolastica, allora ha davvero senso cercare tra antichi Greci e tradizione cristiana la pietra angolare su cui erigere nuovi edifici stabili e accoglienti?
Nei giorni scorsi ho ascoltato l’ennesima argomentazione a favore dell’introduzione dell’insegnamento della filosofia per temi, in sostituzione dell’insegnamento storico
Il principio e lo scopo che soggiacciono alle tendenze pedagogiche in voga sono chiare: ribaltare il rapporto docente-discente
È scoppiata, puntuale, la polemica sui compiti a casa
La scuola non può offrire alcun tipo di istruzione, se prima non è in grado di offrire un’identità ai propri studenti. L’identità si costruisce sempre nel riconoscimento e nell’accettazione dell’altro. Molti giovani non hanno un’identità definita. Senza un’educazione identitaria si rende impossibile un percorso di istruzione fruttuoso ed efficace
A Ravenna è stato istituito da poco un corso di scuola superiore in Ragioneria a indirizzo cinematografico, che sarà avviato a partire dal prossimo anno scolastico
L'Autore evidenzia, tra l'altro, come le didattiche tradizionali non siano da rifiutare pregiudizialmente, a vantaggio delle tante accattivanti, almeno nelle definizioni formali, pratiche innovative. Vale il principio che il buon insegnante è quello che si aggiorna soprattutto tramite un serio confronto tra pari e che usa «tutte le strategie a disposizione, adattandole al contesto, alla sua classe e agli obiettivi di apprendimento che si pone»
Le chiacchiere sui voti a scuola (nella grottesca discussione sul valore aureo del numero quattro) rappresentano l’epifenomeno della crescente tendenza verso l’abolizione della figura del docente