Giuseppe Lubrino (1990) ha conseguito Laurea Magistrale in Scienze Religiose con indirizzo pedagogico-didattico nel 2017 presso la Pontificia facoltà teologica dell’Italia Meridionale all’Issr. “G. Duns Scoto” di Nola-Acerra.  Ha discusso una dissertazione scritta dal titolo L’Educazione nel pensiero di Joseph Ratzinger. Una pedagogia del cuore. Attualmente insegna Religione Cattolica presso la Scuola Secondaria di secondo grado: “Iti.Marconi-Galilei” a Torre Annunziata (Na). Appassionato di Teologia biblica, approfondisce i suoi studi sul pensiero e l’opera di J. Ratzinger e sulla paideia cristiana.

Recensione: C. Doglio, La Bibbia di Dante, Trascrizione delle lezioni della “Settimana Biblica” di Certosa di Pesio, Independently published (21 giugno 2021), pp. 248, € 10,00.

Claudio Doglio classe 1959 è un noto studioso della Bibbia nel panorama culturale italiano, è docente ordinario di Sacra Scrittura presso la Pontificia facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale nelle sedi di Genova e Milano. Ha pubblicato diversi contributi nel campo dell’esegesi biblica ed è specializzato negli studi dell’apocalittica biblica e, in particolar modo, dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo.

Dante Alighieri (1265-1321) è il sommo poeta ed è annoverato tra i più grandi autori della letteratura italiana. Egli, scrisse la su opera monumentale: “Comedia” resa poi con “Divina Commedia” tra il 1304-1321 divisa in tre cantiche: Inferno, Purgatorio, Paradiso. Claudio Doglio si propone di rintracciare all’interno di questo celebre poema, divenuto ormai un classico della letteratura mondiale, i fondamenti biblici che ne costituiscono l’ossatura. Il Dante adopera, dunque, la Bibbia come una fonte privilegiata nella stesura della sua opera, avendo egli di fatto una profonda conoscenza e formazione teologica-cristiana.

Tale opera può considerarsi a buon diritto un pellegrinaggio esistenziale volto a suscitare la conversione alla fede cristiana che, simbolicamente/allegoricamente, ha inizio nell’inferno e passando per il purgatorio conduce l’autore, e con lui i lettori, direttamente in paradiso. La metafora predominante, dunque, in tutto il poema è il “cammino/pellegrinaggio” verso le stelle. Inoltre, Dante fin dal primo verso del primo canto dell’Inferno ci fa cogliere le ascendenze Bibliche che sono alla base della sua opera. È possibile riscontrare, infatti, dei chiari riferimenti al Salmo 89 e al passo di Isaia 38,10 in cui Dante si immedesima nei panni del Re Ezechia. Inoltre, «la selva oscura» richiama anche il Salmo 1 e il Salmo 23: «se dovessi attraversare una valle oscura non temerei alcun male». L’intero testo di Doglio costantemente pone in evidenza quanto il pensiero biblico sia una fonte fondamentale del Dante.

Detto questo, risulta interessante rilevare come le presenti acquisizioni possano rivelarsi utili e preziose in ambito didattico e, in particolar modo, per quanto concerne l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole statali di ogni ordine e grado. La religione cattolica, infatti, sussiste all’interno del panorama scolastico italiano per la sua peculiare attenzione alla formazione globale della persona umana e per il suo taglio culturale estremamente trasversale a tutte le discipline scolastiche. Nel caso specifico si può ipotizzare la realizzazione di un’unità di apprendimento relativa all’opera in oggetto, per la secondaria di secondo grado, con collegamento interdisciplinare alla materia di letteratura italiana, ai fini di far comprendere ai discenti il legame inscindibile tra Bibbia e letteratura. In tal modo, si potrà porre in luce quanto la sapienza biblica abbia influenzato i successivi sviluppi della cultura occidentale, in modo particolare, e, più in generale, dell’intera cultura mondiale. A questo punto risulta evidente quanto sia proficuo in ambito didattico sottolineare il legame inscindibile tra Bibbia e letteratura ai fini di ripercorrere gli sviluppi salienti del pensiero occidentale.

All’interno della scuola italiana, infatti, la Bibbia dovrebbe occupare uno spazio ampio e determinato magari rientrando tra i testi da proporre per una crescita globale e integrale della personalità dei discenti. Inoltre il testo biblico per la sua varietà e complessità di generi letterari, di studi ermeneutici e filologici, nonché archeologici e topografici, si presta quale strumento utile ed efficiente anche per quanto concerne la didattica laboratoriale, la quale ha la prerogativa di porre al centro della propria azione didattica l’apprendimento dell’alunno rendendolo protagonista del proprio itinerario formativo e culturale.

Il testo del professor Doglio in questo senso si presenta proprio quale sussidio didattico efficace e pertinente, tanto da risultare un potenziale valido strumento per i docenti che insegnano religione cattolica nelle scuole italiane. Dunque, la Bibbia a scuola? Perché no? Parliamone tramite la via maestra di Dante.

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