Giuseppe Lubrino (1990) ha conseguito Laurea Magistrale in Scienze Religiose con indirizzo pedagogico-didattico nel 2017 presso la Pontificia facoltà teologica dell’Italia Meridionale all’Issr. “G. Duns Scoto” di Nola-Acerra.  Ha discusso una dissertazione scritta dal titolo L’Educazione nel pensiero di Joseph Ratzinger. Una pedagogia del cuore. Attualmente insegna Religione Cattolica presso la Scuola Secondaria di secondo grado: “Iti.Marconi-Galilei” a Torre Annunziata (Na). Appassionato di Teologia biblica, approfondisce i suoi studi sul pensiero e l’opera di J. Ratzinger e sulla paideia cristiana.

Lo scorso 4 ottobre 2023 in occasione della festa di san Francesco di Assisi papa Francesco ha pubblicato l’esortazione apostolica Laudate Deum con la quale effettua un bilancio delle problematiche poste nella sua celebre enciclica Laudato si’ del 24 maggio 2015, che costituisce la Magna Carta del suo pontificato. Attraverso tale prezioso documento, infatti, il pontefice ha riportato all’attenzione internazionale la questione della cura, della salvaguardia e della custodia del Creato.

L’attenzione e la premura pastorale di papa Francesco per la salvaguardia e la custodia del Creato costituiscono uno dei punti cardini del suo pontificato. Accendere i riflettori sulle criticità che riguardano la salute del pianeta e, di conseguenza, la salute e la sussistenza dei popoli è uno dei tratti distintivi più caratteristici dell’azione pastorale di Francesco. Tutto è collegato e noi siamo tutti uniti intimamente da una grande causa comune: custodire la nostra “Casa comune” la madre terra per assicuraci un futuro migliore. Per fare ciò è necessario praticare una solidarietà a trecentosessanta gradi verso tutte le creature, verso ogni forma di vita. Tale solidarietà nel sogno-progetto del papa, che affonda le sue radici nel Vangelo e nel suo messaggio di salvezza, ha bisogno  degli strumenti adeguati per individuare e praticare un’economia atta a superare il divario tra i popoli. Con l’accrescersi dell’egoismo e dell’individualismo imperanti, sono state promosse e portate avanti da molti stati diverse politiche sociali disoneste che hanno ampliato le disuguaglianze e hanno accresciuto la povertà di alcuni popoli ai fini di aumentare la ricchezza di pochi eletti. Tale situazione implica degli effetti devastanti per la vita di molte famiglie e ciò incide sull’intera economia globale la quale dinanzi alle sfide poste dalla crisi climatica in atto appare inerme ed è incapace di offrire una risposta praticabile e risolutiva.

Nella Lettera Enciclica Laudato si’ ho sottolineato come oggi più che mai tutto è intimamente connesso e la salvaguardia dell’ambiente non può essere disgiunta dalla giustizia verso i poveri e dalla soluzione dei problemi strutturali dell’economia mondiale. (Papa Francesco, Laudate Deum, N.1).

La questione ecologica da una disamina del pensiero bergogliano risulta essere intimamente collegata alla questione antropologica. Si rende necessario, dunque, un cambio di paradigma, un cambio di rotta che possa fornire alla società odierna gli strumenti efficaci per fare fronte a molti dei disastri incombenti scaturiti dall’incuria per l’ambiente, la qualità della vita e dalla mancanza di attenzione che per troppo tempo si è riservata al rispetto e alla tutela stessa della vita dal suo germinarsi fino al suo naturale concludersi. Questo appare un appello incessante che la Chiesa pone all’attenzione dei potenti della terra e, in particolar modo, papa Francesco dall’inizio del suo pontificato, accogliendo anche l’eredità di Benedetto XVI, fa risuonare nelle orecchie di tutti i governanti della terra.

Possiamo aggiungere che la pandemia di Covid-19 ha confermato la stretta relazione della vita umana con quella degli altri esseri viventi e con l’ambiente. Ma in particolare ha confermato che quanto accade in qualsiasi parte del mondo ha ripercussioni sull’intero pianeta. Questo mi permette di ribadire due convinzioni su cui insisto fino a risultare noioso: “tutto è collegato” e “nessuno si salva da solo (Papa Francesco, Laudate Deum, N. 19).

 Oltre a ciò, Francesco dalla pubblicazione dell’enciclica “Laudato Si” ha intrapreso un vero e proprio itinerario di riforma della Chiesa: ripensare l’essenza dell’essere Chiesa a partire dalla dimensione sinodale (sinodo= cammino). Essere cristiani è innanzitutto essere persone in cammino che partono dalla loro vita fatta di fango e cenere e si propongono di realizzare la sequela Christi. Essere cristiani è essere persone che intraprendono un percorso fatto di soste e di cadute ma che al contempo maturano anche la consapevolezza che bisogna sempre rialzarsi e riprendere il cammino. È in quest’ottica che si può inquadrare la “Chiesa in uscita” tanto auspicata da Francesco. Essenziale è, dunque, la dimensione dell’esodo per la Chiesa che intende dialogare con il mondo e i suoi problemi, che vuole attendere tutti ai crocicchi dell’esistenza poiché possano fare l’esperienza dell’amore di Gesù Cristo. In tale contesto si iscrivono la cura per la madre terra, il rispetto e la salvaguardia del Creato.

A tal proposito, molte sono le figure bibliche che acquisiscono una dimensione emblematica e altamente educativa e formativa: i racconti della Creazione (cc. 1-3), l’Esodo (cc. 15,22-18,27), Elia profeta itinerante di Dio (1Re cc. 17-22; 2Re cc. 2-8), ecc. Papa Francesco ci indica, inoltre, che i veri discepoli del Risorto sono coloro che vanno “incontro” agli ultimi, agli emarginati e si sospingono fino a raggiungere le periferie esistenziali perché costoro possano fare l’esperienza dell’accoglienza cristiana. A partire da queste acquisizioni è evidente che la Chiesa vive una stagione particolare: si appresta a lasciare il freddo gelo dell’inverno apportato dagli scandali degli abusi sessuali sui minori e dagli scandali finanziari per accogliere con ardore una nuova primavera dello Spirito. In una società pluralista e multiculturale occorre ricercare e individuare un nuovo linguaggio per proporre la fede in maniera credibile. Famiglia, politiche del lavoro, sessualità, disagio giovanile, etica del potere tecnologico (intelligenza artificiale) sono i temi emergenti che da anni caratterizzano il magistero ecclesiale. Si legga quanto segue:

Ma questo rischio è sempre presente, perché «l’immensa crescita tecnologica non è stata accompagnata da uno sviluppo dell’essere umano per quanto riguarda la responsabilità, i valori e la coscienza […]. È nudo ed esposto di fronte al suo stesso potere che continua a crescere, senza avere gli strumenti per controllarlo (Papa Francesco, op.cit., N. 24).

Tali tematiche, tuttavia, non di rado vengono interpretate in maniera arbitraria e fuorviante dalla stampa che finisce quasi sempre per far dire al papa o ai vescovi ciò che essi effettivamente non dicono affatto. Alla luce di ciò, pertanto, rientra nell’attualità cristiana anche il tema della corretta informazione e del corretto uso degli strumenti digitali come internet e i social media. Tali fattori sono collegati con la crisi climatica ed ambientale in atto dal momento che entra in gioco sempre la persona umana in quanto tale con la sua coscienza e la sua responsabilità nei confronti di sé stessa, dei suoi simili e della realtà che la circonda.

Che cosa ci ha consegnato di concreto la lettera enciclica di papa Francesco Laudato si’? La realtà di The economy of Francesco è sicuramente uno strumento privilegiato ed efficace per promuovere un’educazione evangelica al rispetto, alla cura e alla tutela del Creato. Essa nasce ad Assisi dal 26-28 marzo del 2020 con lo scopo di edificare dei veri e propri villaggi della cultura atti a sensibilizzare tutti gli uomini e le donne di buona volontà in merito alla cura e alla tutela del Creato nonché ad intessere relazioni costruttive e pacifiche con il prossimo ispirate dai valori democratici del Vangelo della tolleranza, del dialogo tra culture diverse e dalla fraternità al fine di poter creare un’economia equa tra i popoli per conseguire una pace stabile e duratura. I principi ispiratori della pedagogia di Papa Francesco si possono rilevare nella sua prima esortazione apostolica: Evangelii Gaudium, essi sono i seguenti: a) il tempo è superiore allo spazio; b) l’unità prevale sul conflitto; c) la realtà è superiore all’idea; d) il tutto prevale sempre sulla parte (cfr. A. Spadaro, L’atlante di Francesco. Vaticano e politica Internazionale, Marsilio, Venezia 2023, pp. 279-280).

Tenendo conto di questi principi si può acquisire una visione più nitida dell’agire del pontefice e si può comprendere facilmente di quanto sia riduttivo il ritratto del papa che, talvolta, viene offerto dalla stampa la quale riduce l’opera di papa Francesco semplicemente ad una serie di ‘indicazioni’ di carattere umanistico sociologico e ecologico. Per Francesco, invece, il Vangelo si traduce in politica. Tale politica, tuttavia, deve evitare ogni forma di eccesso e costituirsi quale strumento privilegiato perché la dimensione del ‘conflitto’ tipica dell’agire umano in quanto tale possa essere attraversata e superata per giungere alla risoluzione dei problemi. Il papa, quindi, parla di accoglienza delle persone più emarginate dalla società come ad esempio i migranti, gli omosessuali, le persone con disabilità e gli anziani ma non per questo il papa ufficializza o benedice i matrimoni di coppie dello stesso sesso. Parimenti, il papa più volte ha ribadito il ruolo centrale e fondamentale della donna all’interno della Chiesa e della società, ma non per questo è stato esteso il sacramento dell’ordine anche alle donne. In tale contesto appare evidente che i media ci marciano e non di rado estrapolano questa o quella affermazione del Papa per creare confusione nelle anime e fare marketing ideologico.

Centrale è, invece, nel pensiero di Papa Francesco promuovere un’ecclesiologia integrale e inclusiva al fine di fare sì che la Chiesa si esprima su tutto e si rivolga a tutti per poter annunciare il Vangelo in maniera coerente e credibile nonché in una modalità efficiente ed adatta ai tempi in cui viviamo. A tal proposito, risulta interessante rilevare come, ad esempio, lo scorso anno la Rivista di studi Patavina «Focus» abbia pubblicato un articolo entro il quale ci si proponeva di rintracciare le fonti del pensiero di Papa Francesco. In tale testo molti sono i nomi di pensatori, filosofi e teologi che in qualche modo hanno lasciato un’impronta nella mente e nel cuore del pontefice. Solo per fare alcuni nomi: Ignazio di Loyola, Henri de Lubac, Martin Buber, Edgar Morin, Zygmunt Bauman, ecc. Tuttavia, si intende porre in evidenza quanto nella visione pedagogica – educativa di Bergoglio sia presente la nota teoria degli opposti del noto teologo Romano Guardini. Si legga quanto segue: «La teoria degli opposti è la teoria del confronto, che non avviene come lotta contro un nemico, ma come sintesi di una tensione feconda, cioè come costruzione dell’unità concreta».

Papa Francesco impronta la sua azione pedagogica a partire dal principio sopra enunciato: il conflitto, l’opposizione non sono un limite per il progresso dell’umanità ma bensì devono costituire un punto di forza. In altre parole, l’uomo compie il suo processo di piena umanizzazione e civilizzazione non evitando il ‘conflitto’ ma attraversandolo e superandolo. Come ciò avviene? Grazie all’aiuto della grazia divina ad ogni donna e ad ogni uomo è data l’opportunità di crescere e progredire nel cammino esistenziale, evolutivo ed emotivo. Educare, dunque, al rispetto e alla cura per il creato rientra in un disegno più ampio che alberga nel cuore di Bergoglio che è quello di realizzare una società ispirata dai valori della civiltà biblica dell’amore.

In tal senso dalla breve disamina qui effettuata risulta evidente come sia riduttivo e disonesto ridurre il pensiero del papa a delle semplici esortazioni ambientaliste. Papa Francesco nel suo incessante appello alla salvaguardia del Creato e, in tal senso il sinodo in Amazzonia né è una testimonianza concreta, vuole richiamare gli uomini e le donne del nostro tempo ad abbeverarsi alle sorgenti della fede per riscoprire la ricchezza che la Parola di Dio e l’azione sacramentale e liturgica possono apportare nella società odierna.

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