Tanta confusione in merito
Da quando è uscita la notizia è un profluvio di interventi e polemiche contro quella parola, “merito”, o contro il suo uso distorto in termini di “meritocrazia”...
Da quando è uscita la notizia è un profluvio di interventi e polemiche contro quella parola, “merito”, o contro il suo uso distorto in termini di “meritocrazia”...
L’esigenza nietzschiana di sottrarsi, di porre una distanza tra il proprio mondo interiore e quello esteriore, affinché i tempi di maturazione del primo non siano dettati meccanicamente e inesorabilmente dalle aspettative del secondo, non ha forse ancora oggi una sua ragion d’essere nell’universo scolastico?
Una certa globalizzazione è pandemica. L’impresario è vittima di se stesso. Quale individuo moderno e civilizzato non ha un’identità internazionale di utente di telefonia mobile? Chi vuole comandare ha da essere analogico. Sottraendosi quel tanto che basta, fuoriesce, sta fuori e sopra il groviglio. Vigila e controlla. L’Homo Sapiens domina ancora sul Digitans.
Anche stavolta alla fine di un governo che pur si è mosso su molti fronti con la consapevolezza che rispetto alla seria e perfino drammatica crisi di questi ultimi anni si dovesse legiferare anche pensando al futuro, il dicastero che ne esce malconcio, manco a dirlo, è quello dell’istruzione.
Ammaestriamo attori e, nei casi peggiori, tromboni dell’efficacia più che dell’umiltà metodica, burattini della persuasività più che della cautela epistemica, pronti a sciorinare rappresentazioni di sicurezza più che ragionamenti corretti, esitanti, complessi ed alieni dalle iperboli...
Perché un sistema scolastico arrivi a dare una sua identità culturale, sociale ed economica ad un Paese occorrono almeno due decenni e tante risorse...
Sono partito dal rilevare, nel mio ruolo di docente di filosofia, le crescenti difficoltà dei ragazzi a concentrarsi, a studiare prolungatamente. Mi sono chiesto: perché sta accadendo?
Da qualche tempo a questa parte i media nostrani – in particolare testate come “la Repubblica”, il “Corriere della Sera”, “Open” – sembrano essere stati investiti da un insolito interesse nei confronti della scuola. Ad attirare la loro attenzione...
Non è consuetudine che la rete mediatica italiana conceda i suoi riflettori a un dibattito che riguardi la Pubblica Istruzione del nostro Paese. Non sappiamo con precisione se ciò avvenga perché si pensa che l’argomento susciti nel pubblico poco interesse, oppure per il fatto che non esistono delle vere e strutturate discussioni politiche in merito...