Ed io non vedo più la realtà
«… ed io non vedo più la realtà». Così cantava Anna Oxa. Sanremo 1978. C'è un'analogia con la condizione dell’uomo contemporaneo...
«… ed io non vedo più la realtà». Così cantava Anna Oxa. Sanremo 1978. C'è un'analogia con la condizione dell’uomo contemporaneo...
Viene definita paradosso della doxa, dal filosofo e sociologo Pierre Bourdieu, la perpetuazione dell’«ordine del mondo» come ineluttabile ed eterno, grazie alla quale «le condizioni di esistenza più intollerabili possono apparire accettabili e persino naturali» (Bourdieu, Il dominio maschile, 1998). Doxa in greco significa...
Per i pochi e volenterosi lettori italiani che continuano a interessarsi alle tesi del liberalismo economico, ostinandosi a non attribuire al cosiddetto “neoliberalismo” l’origine di ogni male che affligge le società contemporanee
«Se qualcuno, oltre allo stato, si decidesse a imporre tasse, ciò verrebbe chiaramente considerato un atto di coercizione o di malcelato banditismo.
Qualche tempo fa in rete girava una breve divertente boutade, «un esempio su come ragionano le persone di sinistra». Eccola: «Ragazzo: “Per me le donne non hanno alcun diritto e i gay devono essere impiccati”. Ragazza: “Ma che razza di primitivo fascista ignorante sei!”. Ragazzo: “No, io sono musulmano e questa è la mia idea religiosa”. Ragazza: “Oh! Scusami tanto! Spero che tu non pensi che io sia islamofoba!”».
Erano i primi anni Novanta e ricordo come fosse ora una pagina di quotidiano da cui mi balzò agli occhi una frase di Régis Debray: “gli oggetti si globalizzano, i soggetti si tribalizzano”. Fulminante. Il fenomeno era dunque già in atto, e ben chiaro a chi voleva vederlo. Non dimentichiamo che dal 1991 era scoppiato l’inferno delle guerre nell’ormai ex-Jugoslavia, e proprio in quell’esordio di ultimo decennio del ventesimo secolo salirono alla ribalta anche in Italia gli studi dell’antropologo e sociologo britannico Anthony D. Smith, il quale parlava di “revival etnico” delle nazioni...
Come spesso capita, quando un fenomeno diventa di moda, l’analisi dello stesso si propaga a dismisura, con il rischio che il concetto ad esso collegato diventi pressoché inutilizzabile, dato l’abuso che, anche in sede accademica, se ne fa. Questo è senz’altro il caso di quello scivoloso e criptico vocabolo che va sotto il nome di “populismo”. Come tutti gli “ismi”, infatti, esso cela un significato piuttosto pesante, ancorché ambiguo...