Se la democrazia ha paura del popolo
La demofobia si concretizza nel discredito che si tende ad attribuire a tutto ciò che riguarda il popolo e il suo bisogno di recuperare sovranità
La demofobia si concretizza nel discredito che si tende ad attribuire a tutto ciò che riguarda il popolo e il suo bisogno di recuperare sovranità
A cent’anni dalla prima versione schmittiana di Politische Theologie, il professor Geminello Preterossi dedica una monografia rapportando questo tema alle problematiche giuridico-filosofiche e politologiche presenti
La scuola idealista di Giovanni Gentile e la scuola neoliberista rappresentano due approcci filosofici fondamentali per comprendere le idee educative e pedagogiche nel XX secolo
Negli ultimi trent’anni globalizzazione e neoliberismo hanno costituito le matrici ideologiche del sistema economico e politico internazionale
«… ed io non vedo più la realtà». Così cantava Anna Oxa. Sanremo 1978. C'è un'analogia con la condizione dell’uomo contemporaneo...
Viene definita paradosso della doxa, dal filosofo e sociologo Pierre Bourdieu, la perpetuazione dell’«ordine del mondo» come ineluttabile ed eterno, grazie alla quale «le condizioni di esistenza più intollerabili possono apparire accettabili e persino naturali» (Bourdieu, Il dominio maschile, 1998). Doxa in greco significa...
Per i pochi e volenterosi lettori italiani che continuano a interessarsi alle tesi del liberalismo economico, ostinandosi a non attribuire al cosiddetto “neoliberalismo” l’origine di ogni male che affligge le società contemporanee
«Se qualcuno, oltre allo stato, si decidesse a imporre tasse, ciò verrebbe chiaramente considerato un atto di coercizione o di malcelato banditismo.
Qualche tempo fa in rete girava una breve divertente boutade, «un esempio su come ragionano le persone di sinistra». Eccola: «Ragazzo: “Per me le donne non hanno alcun diritto e i gay devono essere impiccati”. Ragazza: “Ma che razza di primitivo fascista ignorante sei!”. Ragazzo: “No, io sono musulmano e questa è la mia idea religiosa”. Ragazza: “Oh! Scusami tanto! Spero che tu non pensi che io sia islamofoba!”».
Erano i primi anni Novanta e ricordo come fosse ora una pagina di quotidiano da cui mi balzò agli occhi una frase di Régis Debray: “gli oggetti si globalizzano, i soggetti si tribalizzano”. Fulminante. Il fenomeno era dunque già in atto, e ben chiaro a chi voleva vederlo. Non dimentichiamo che dal 1991 era scoppiato l’inferno delle guerre nell’ormai ex-Jugoslavia, e proprio in quell’esordio di ultimo decennio del ventesimo secolo salirono alla ribalta anche in Italia gli studi dell’antropologo e sociologo britannico Anthony D. Smith, il quale parlava di “revival etnico” delle nazioni...