“I padroni siamo noi”. L’occupazione delle fabbriche nel settembre 1920
Riflettendo sul settembre 1920 e l'occupazione delle fabbriche al culmine del biennio rosso
Riflettendo sul settembre 1920 e l'occupazione delle fabbriche al culmine del biennio rosso
Questo bisogno di essere vittime, di sentirsi vittime almeno di qualcosa (del meteo impazzito, di un complotto del mercato ecc.), come se fosse un nuovo diritto universale, si esprime dunque in mille e mille modi
Con il capitalismo si sono formati veri e propri miti moderni la cui funzione è sempre quella di omologare le società e le comunità sempre più atomizzate e disgregate
Se nel vocabolario politico, economico e sociale esiste una parola assolutamente nefasta, che funge da passepartout per spiegare qualsivoglia sciagura possa abbattersi su uomini e società, questa è proprio “capitalismo”. Una parola che evoca qualcosa che funge da perfetto e onnicomprensivo capro-espiatorio
La demofobia si concretizza nel discredito che si tende ad attribuire a tutto ciò che riguarda il popolo e il suo bisogno di recuperare sovranità
La lezione attuale che Paolo Grossi ha tratto dallo studio storico degli assetti fondiari collettivi nell'Italia che fu.
È la Paidéia, insegnano i Greci, a definire il tipo di uomo che emergerà
In memoria di Sergio Caruso (1946-2021) e Mario Graziano Parri (1936-2021).
Oggi più che mai si fa sentire la mancanza di figure come De Gasperi e Adenauer alla guida dell’Europa. All’assenza di leadership politica si aggiunge un deficit di visione strategica, di pensiero davvero capace di configurare uno spazio pubblico europeo dotato di una precisa identità, culturalmente plurale ma unita a livello decisionale su pochi ma decisivi punti chiave
L’idea che la società capitalistica postfordista ha della scuola è ancora quella di una fabbrica che dovrebbe produrre a sua volta lavoratori e consumatori, sulla falsariga delle società giapponese, cinese e americana