Ivo Stefano Germano è docente di Media digitali e Strategie della comunicazione politica e istituzionale presso l'Università del Molise. È autore di numerosi saggi e articoli scientifici, nonché monografie, tra cui: #Quartierinogauchecaviar. Sneackers rosse eppur bisogna andar, Pendragon, Bologna 2018; Aside Story. La fatica delle vacanze (con S. Borgatti), goWare, Firenze 2017; New Gold Dream. E altre storie degli anni Ottanta (con D. Masotti), Pendragon, Bologna 2013.

“Ahi Lagertha chi mi manca sei tu…”. No spoiler. Un caldazzo che disorienta, una nemesi dopo l’altra, una nemesi dietro l’altra ed è partita la binge per Vikings Valhalla (terza stagione), Netflix. Vale a dire: come i piccoli norreni, di stagione in stagione, si sono fatti grandi.

Un secolo dopo: «si dice che siano al servizio dell’imperatore di Bisanzio. Altri sono in Africa e Sicilia a combattere i saraceni». Altri ancora in Groenlandia, Norvegia, Normandia, Rus, Inghilterra, Danimarca, a far visita al papa in Laterano. Ispirata a quella bravissima persona di Michael Hirst, più che una serie, un optimum climatico. Di più, anche in questa terza stagione, Vikings si riconferma il miglior antidoto alla deriva da YouPorn dell’entusiasmo acculturato, della smania di eruditi e semicolti per ogni lectio di Alessandro Barbero. In Vikings, tutto, ma proprio tutto è meravigliosamente e storicamente raffazzonato, messo in piedi, male e di fretta. Non c’è segreto, tantomeno, mistero. È proprio così. A latere, tuttavia, a farsi strada è lo spleen per non ammirare più le gesta della “shield-maiden” più potente al mondo. Già, Lagertha manca come non mai.

Ci sarà pure Freydis Eriksdotter, figlia di re “Eric il rosso”, ultima custode di una parte del popolo vichingo che coltiva le antiche usanze, in mezzo, alla costituzione dei futuri regni cristiani, di Occidente e di Oriente, laddove la scorta variaga è chiamata a proteggere il potere che è sempre trasfigurazione. Personalmente ha continuato a piacermi molto la “sezione islandese”, tipo drughi a Goa. “Ahi Lagertha por ti cantaré”.

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