Ivo Stefano Germano è docente di Media digitali e Strategie della comunicazione politica e istituzionale presso l'Università del Molise. È autore di numerosi saggi e articoli scientifici, nonché monografie, tra cui: #Quartierinogauchecaviar. Sneackers rosse eppur bisogna andar, Pendragon, Bologna 2018; Aside Story. La fatica delle vacanze (con S. Borgatti), goWare, Firenze 2017; New Gold Dream. E altre storie degli anni Ottanta (con D. Masotti), Pendragon, Bologna 2013.

Nel torpore generale (le terza serata è la più legnosa) l’unica botta di adrenalina pura proviene dal ledwall. Argine alla quotidianità stressata del “pensiero sanremese”: orizzonte di gloria strapaesano che non manca mai, pur sapendo che il retroterra sia tutt’altro che trionfale. Promesse non mantenute si affastellano come pratiche inevase nel catasto canzonettistico di un Paese reale tenta di equilibrare qualità e quantità, benessere e fragilità, i giovani perché giovani, i vecchi qua talis.
Le classifiche si fanno spettinate e, via via, si alleggeriscono dalle sovrastrutture. Frivolezze festivaliere esigono di concentrare l’attenzione sul “monolite” visivo, rappresentato dal ledwall. “Mega gadget” che, nottetempo, si fa cassazione, seppur momentanea.

Al dunque, cala il ledwall, sorta di “mana” ancestrale, nuvoletta pop nel cielo festivaliero. Officiante Amadeus. Che, nel frattempo, aveva fatto felice il pubblico de destra con Russell Crowe costretto a ripetere la frase finale della concione de “Il Gladiatore” che rappresenta il corrispettivo, per il pubblico de sinistra di Nanni Moretti a zonzo in vespone per le strade deserte di Roma in “Caro Diario”.

Assieme ai “grazie, grazie” reiterati da Alessandra Amoroso, quale sottilissima captatio benevolentiae, l’apparizione del ledwall è la fuoriuscita dalle “gag non gag”, dai pipponi, dal ritmo letargico. Se fossimo in una serie-tv derubricheremo la terza serata a puntata di raccordo. A stasera.

P.S. I duetti, la vera finale. In “quota Popzilla”, il venerdì del Festival è Gigi D’Agostino: demiurgo del disimpegno e della leggerezza. Verso la vita.

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