Quattro vite, quattro filosofie nell’Europa del primo dopoguerra
Quattro vite intrecciate, accavallate, estremamente differenti ma fra loro insospettabilmente vicine
Quattro vite intrecciate, accavallate, estremamente differenti ma fra loro insospettabilmente vicine
Con il capitalismo si sono formati veri e propri miti moderni la cui funzione è sempre quella di omologare le società e le comunità sempre più atomizzate e disgregate
In Italia, in anteprima mondiale, si possono leggere 13 lezioni finora inedite del maestro Raymond Aron. In tempi come questi, lettura necessaria per unire senso della realtà e amore della libertà
Questo presente, così apparentemente negativo, segue un tòpos ricorrente della storia. Credo sia una questione di fiducia, quella di oggi così come nel passato
La Rivoluzione è naufragata e ha bisogno di una zattera-libro
Nicola Chiaromonte (1905-1972) è certamente un intellettuale atipico nel panorama della cultura italiana
Ma perché questa ritrosia e fatica ad affermare la realtà, a farci imporre il metodo dall’oggetto? Cos’è che ci suscita così tanta avversione da indurci piuttosto a preferire una lotta contro l’evidenza che ci vede inevitabilmente perdenti già in partenza?
Nel carteggio tra Martin Heidegger e Hannah Arendt vibra immediatamente una disincantata verità sulle relazioni umane
Evidente che l’arte della compiacenza sia rappresentata dalle opere di Koons, mentre l’arte capace di sconcertare è l’arte di Giacometti.
In una lettera del 1991, a proposito di Hannah Arendt, scomparsa da oltre tre lustri, l’ottantunenne Isaiah Berlin confessava: «È davvero la mia bête noire […]. Guardo a lei proprio come a ciò che detesto maggiormente». Per parte sua, la filosofa si era sempre limitata a ricambiarlo con indifferenza o con sospetto.