Il sentimento della rivoluzione
La Rivoluzione è naufragata e ha bisogno di una zattera-libro
La Rivoluzione è naufragata e ha bisogno di una zattera-libro
Nicola Chiaromonte (1905-1972) è certamente un intellettuale atipico nel panorama della cultura italiana
Ma perché questa ritrosia e fatica ad affermare la realtà, a farci imporre il metodo dall’oggetto? Cos’è che ci suscita così tanta avversione da indurci piuttosto a preferire una lotta contro l’evidenza che ci vede inevitabilmente perdenti già in partenza?
Nel carteggio tra Martin Heidegger e Hannah Arendt vibra immediatamente una disincantata verità sulle relazioni umane
Evidente che l’arte della compiacenza sia rappresentata dalle opere di Koons, mentre l’arte capace di sconcertare è l’arte di Giacometti.
In una lettera del 1991, a proposito di Hannah Arendt, scomparsa da oltre tre lustri, l’ottantunenne Isaiah Berlin confessava: «È davvero la mia bête noire […]. Guardo a lei proprio come a ciò che detesto maggiormente». Per parte sua, la filosofa si era sempre limitata a ricambiarlo con indifferenza o con sospetto.
Su Hannah Arendt è fiorita una letteratura critica ricca e articolata e che si infoltisce col trascorrere degli anni: monografie, articoli scientifici, studi interdisciplinari dedicati all’antica allieva di Heidegger e Jaspers si contano ormai a centinaia e testimoniano la profondità e complessità di pensiero...
Rispetto a tanti autori che si sono occupati di Hannah Arendt, nel suo ultimo libro Adriana Cavarero ha il dono di restituirci il pensiero della filosofa tedesca in modo creativo. Infatti l’ultimo suo lavoro non è l’ennesima e semplice esegesi delle idee politiche di Arendt, ma propone un taglio decisamente originale...