Democrazia e dittatura. Note a margine d’una conferenza di Alessandro Barbero
In margine ad una conferenza tenuta da Alessandro Barbero e trasmessa su La7
In margine ad una conferenza tenuta da Alessandro Barbero e trasmessa su La7
Con il def
Michael Collins, rivoluzionario irlandese fra i più noti nonché inviato nel momento della negoziazione del trattato anglo-irlandese nel 1921, espresse le sue idee sulla “Irlanda ideale”, fra gli altri testi, in "The Path to Freedom", prima di finire vittima degli odi innescatisi con la guerra civile nel 1922
L’apprendista stregone. Così potremmo descrivere la parabola del nazionalismo italiano. Intendiamo per apprendista stregone colui che evoca forze che non è poi in grado di padroneggiare e che prendono il sopravvento su di lui, finendo per governarlo. Si rovescia così il rapporto tra chi crea e chi è creato...
Le conquiste e i traguardi raggiunti non sono dati una volta per tutte. Ciò, se da un lato pone non pochi problemi per preservare quello che di buono è stato creato, d’altro canto è incoraggiante giacché anche gli esiti negativi possono essere ribaltati così...
Le virtù del nazionalismo, scritto dal pensatore e filosofo israeliano Yoram Hazony, è un libro quasi urticante fin dal titolo per chi è abituato, come ormai lo siamo tutti persino inconsciamente, a considerare il nazionalismo...
Il sovranismo: «tutte le potenze della vecchia Europa si sono alleate in una caccia spietata contro questo spettro». Così principia il Manifesto sovranista pubblicato nel 2019 dall’ex “ideologo” del Movimento Cinque Stelle Paolo Becchi. Il lemma “sovranismo” non è un neologismo perché risale al XIX secolo ma nuovi ne sono oggi il concetto e la valenza rivoluzionaria.
Instabilità, precarietà, lentezza, ma anche capacità di autocorrezione, apertura e adattabilità al cambiamento, e dunque mobilità dei suoi contorni. Tale è pressappoco la descrizione dell’ambivalente fisionomia della democrazia liberale con cui William Galston apre e chiude il volume La minaccia populista alla democrazia liberale (Castelvecchi, 2019). Pare, infatti, non esistere altro regime politico, perlomeno finora sperimentato, che riesca a reagire, talora positivamente, altre volte negativamente, agli impulsi e agli stimoli che gli pervengono tanto dall’esterno quanto dall’interno.