La democrazia come volontà del popolo?
«Lo scopo principale per cui ho scritto questo libro è di convincere il lettore che la volontà del popolo è un mito», «la volontà del popolo non esiste»...
«Lo scopo principale per cui ho scritto questo libro è di convincere il lettore che la volontà del popolo è un mito», «la volontà del popolo non esiste»...
Il saggio, chiaro e conciso, si articola in sei capitoli. Il titolo del libro (Macron bifronte), sicuramente ad effetto, rivela meno di quel che è il contenuto di queste pagine...
La rivoluzione digitale degli ultimi vent’anni ha introdotto nel panorama culturale e sociale una nuova categoria, la “democrazia virtuale”
Fondatore del movimento culturale denominato Nouvelle Droite e fine conoscitore del pensiero di Carl Schmitt, Alain de Benoist ricostruisce nell’agile volumetto Il mare contro la terra, con precisione filologica
Il sovranismo: «tutte le potenze della vecchia Europa si sono alleate in una caccia spietata contro questo spettro». Così principia il Manifesto sovranista pubblicato nel 2019 dall’ex “ideologo” del Movimento Cinque Stelle Paolo Becchi. Il lemma “sovranismo” non è un neologismo perché risale al XIX secolo ma nuovi ne sono oggi il concetto e la valenza rivoluzionaria.
Ha ancora senso oggi una riflessione sul progresso, cioè sulla concezione «legata a una immagine del sapere inteso come processo lineare, cumulativo, continuo, irreversibile e illimitato», attraverso cui realizzare il perfezionamento dell’uomo e della società? Se lo chiede Carlo Altini all’esordio del saggio dedicato alle Maschere del progresso. L’Autore, noto per i suoi studi su Leo Strauss, risponde di sì, anzi afferma che è doveroso, perché le “maschere” che oggi si spacciano per trasformazioni emancipatrici rischiano di relegare l’umanità nella sudditanza a un eterno presente a-finalistico, a una «pretesa datità del reale».