Enrico Orsenigo (1992), psicologo iscritto all’Ordine degli Psicologi del Veneto, è Ph.D. Student in Learning Sciences and Digital Technologies all'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. Nei suoi articoli si occupa di psicologia clinica, psicologia dello sviluppo, psichiatria fenomenologica e filosofia della tecnica.

In un’epoca di turbolenze politiche e di interrogativi morali, Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi emerge non solo come un racconto di formazione personale ma anche come una profonda riflessione educativa sui valori della libertà, del coraggio e della responsabilità individuale.

Quest’opera, pubblicata nel 1994, ambientata nella Lisbona del 1938, sotto il regime di Salazar, si avvale del giornalismo e della letteratura come veicoli di sottili ma potenti messaggi educativi. Attraverso la figura del dott. Pereira, esperto redattore culturale di un piccolo giornale (il Lisboa), Tabucchi esplora il risveglio della coscienza e del pensiero critico in un periodo oppressivo, offrendo al lettore una lezione tanto sull’importanza della testimonianza storica quanto sulla trasformazione individuale.

Il dott. Pereira, inizialmente distaccato e apolitico, si trova confrontato con la realtà del fascismo e della repressione attraverso incontri e dialoghi che scuotono le sue convinzioni più radicate. Questo processo di metamorfosi, intrecciato a riferimenti culturali e letterari profondi, non solo narra la storia di una presa di coscienza, ma funge anche da catalizzatore per un esame interiore nel lettore. Il romanzo, quindi, diviene uno strumento educativo che interpella direttamente l’ethos del lettore, invitandolo a riflettere sulla propria posizione nei confronti delle ingiustizie e sulla forza della propria voce in contesti di silenzio imposto attraverso le censure e le distorsioni comunicative.

Uno dei pilastri su cui Sostiene Pereira costruisce il suo messaggio educativo è il suo cast di personaggi, ognuno dei quali incarna differenti aspetti dell’educazione morale e intellettuale che il romanzo intende trasmettere. Pereira stesso è una figura chiave, rappresentando il processo di maturazione e cambiamento. Inizialmente recluso nel suo mondo di routine giornalistica e memorie del passato, Pereira è stimolato al cambiamento dall’incontro con Monteiro Rossi, un giovane critico letterario pieno di ideali rivoluzionari la cui vita è segnata da instabilità e precarietà. Rossi rappresenta il catalizzatore del cambiamento per Pereira, sfidando le sue vedute politiche e personali e inducendolo a prendere posizione in un contesto di oppressione politica. Attraverso le sue riflessioni e le sue azioni, Rossi simboleggia l’impatto che una singola vita, sebbene brevissima e turbolenta, può avere su chi è testimone delle sue convinzioni e sacrifici.

Il dott. Cardoso, un medico della clinica talassoterapica dove Pereira va in cura per una settimana, funge da mentore filosofico e spirituale, discutendo di questioni di etica, responsabilità e la natura dell’anima, che ampliano la comprensione e la consapevolezza di Pereira. Questi dialoghi sottolineano l’importanza del dialogo intellettuale come forma di educazione continua, che è cruciale non solo per l’auto-sviluppo, ma anche come preparazione all’azione in tempi turbolenti.

Insieme a Cardoso Pereira riuscirà a parlare a lungo, seppur nel breve tempo di una settimana; Cardoso offre a Pereira non solo la cura per il suo corpo ma anche e soprattutto delle teorie attraverso le quali leggere i fenomeni disgreganti della politica e della società (come durante la lunga conversazione sulla “confederazione delle anime”, teoria che il dott. Cardoso attribuisce a Théodule Ribot e Pierre Janet). Attraverso il loro dialogo, Pereira inizia a interrogarsi sulla propria passività e su come questa possa essere superata attraverso l’azione e l’assunzione di responsabilità personali.

Cardoso funge da contrappunto ai personaggi più idealisti e radicali come Monteiro Rossi, mostrando un approccio più misurato e riflessivo alla resistenza. La sua figura rappresenta una voce di equilibrio e ponderazione, che invita a una resistenza più sottile e personale, rispetto alle azioni più eclatanti e visibili di altri personaggi.

Anche la figura di Marta o del barista e le altre persone minori che popolano il romanzo, pur non essendo centrali come Monteiro Rossi o Cardoso, contribuiscono al tessuto educativo del romanzo. Ognuno di questi personaggi, attraverso piccoli e brevi atti di gentilezza o resistenza, illustra il potere dell’individuo di influenzare gli altri e stimolare riflessioni, anche in circostanze di apparente insignificanza.

Tabucchi utilizza i suoi personaggi non solo per far avanzare la trama, ma come mezzi viventi di educazione e metamessaggi. Essi insegnano al lettore che l’educazione non avviene solo nei luoghi dedicati all’educazione formale, ma anche e soprattutto attraverso le interazioni umane e le scelte personali che ci troviamo a fare ogni giorno.

Da dove nascono questi personaggi, molto distinti tra loro, ricchi di sfaccettature e non sempre comprensibili nelle scelte che agiscono? In questo senso, già il titolo dell’opera è una indicazione: Sostiene Pereira nasce nella fase intermedia tra la veglia e il sonno (sogno). È qui che le prime caratteristiche del dott. Pereira «hanno fatto visita» a Tabucchi, utilizzando le parole che egli stesso ha utilizzato per raccontare la nascita di quest’opera, in un articolo del settembre 1994 ora presente in Appendice. A poco a poco, sera dopo sera, Pereira, Cardoso, Monteiro, Marta, hanno trovato il loro autore.

Personaggi in cerca d’autore, sì, ma non del tutto visto che ognuno di loro, a partire da Pereira, si dà in una fitta opacità; Pereira, ad esempio, Sostiene attraverso il narratore di non voler riferire una serie di faccende intime e di incontri del passato. Evidentemente siamo di fronte ad un personaggio goffo, sensibile, confuso dal tempo in cui sta vivendo (la dittatura del regime di Salazar, il fascismo dilagante in Europa); al contempo, rigoroso e appassionato nelle scelte e nelle prese di posizione.

In questo senso, non si possono non ricordare le pubblicazioni settimanali nel giornale Lisboa, dove Pereira opta per la traduzione e pubblicazione di stralci di romanzi francesi dell’Ottocento, che tuttavia non hanno solo una funzione di divertimento e piacere della lettura, ma anche e forse soprattutto una funzione di resistenza e di coltivazione indiretta del pensiero critico. La selezione di Pereira si farà a poco a poco sempre più accurata, man mano che il regime di Salazar, attraverso la polizia (vera e finta, autorizzata e non autorizzata), renderà più complicata e angosciante la vita dei cittadini.

Allo stesso tempo è necessario ricordare la presa di posizione di Pereira nei confronti della finta polizia che, nel penultimo capitolo del libro, farà visita al suo appartamento dopo aver scoperto che il dottore aiutava con vitto e alloggio Monteiro Rossi. In questa scena, memorabile e drammatica, Pereira cerca in ogni modo di tenere allo zerbino d’ingresso i tre malintenzionati. Resiste, nonostante le percosse, nonostante la pistola puntata al volto, ma non riuscirà a mettere in salvo Monteiro Rossi.

A questo punto, alla fine dell’opera, Pereira esprime tutto il rigore e il senso di immediatezza di cui è capace scrivendo una lunga denuncia facendo nomi, cognomi, indirizzi, oggetti utilizzati e riferimenti esatti di data e ora. Lascerà il suo quartiere, la sua città, i posti del cuore, per recarsi in un posto non specificato; lascerà tutto, naturalmente poche ore prima dell’uscita del Lisboa, che contiene la lunga denuncia.

Il dott. Pereira, che non può più fare visita al suo autore, al primo essere umano “incontrato”, che rispondeva al nome di Antonio Tabucchi, è tuttavia destinato ad incontrare molti altri esseri umani, talora anche ripetutamente perché quella del dottore è una storia non solo da leggere ma anche da rileggere, perché aiuta ad affinare il pensiero critico, a costruire il proprio senso di resistenza contro le ingiustizie, a sopportare i “venti” contrari della politica; la goffaggine, l’inquietudine conoscitiva, la nostalgia di questo personaggio (insieme ai suoi compagni e compagne) hanno la forza educativa di infondere interpretazioni e modelli mentali.

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