Giuseppe Lubrino (1990) ha conseguito Laurea Magistrale in Scienze Religiose con indirizzo pedagogico-didattico nel 2017 presso la Pontificia facoltà teologica dell’Italia Meridionale all’Issr. “G. Duns Scoto” di Nola-Acerra.  Ha discusso una dissertazione scritta dal titolo L’Educazione nel pensiero di Joseph Ratzinger. Una pedagogia del cuore. Attualmente insegna Religione Cattolica presso la Scuola Secondaria di secondo grado: “Iti.Marconi-Galilei” a Torre Annunziata (Na). Appassionato di Teologia biblica, approfondisce i suoi studi sul pensiero e l’opera di J. Ratzinger e sulla paideia cristiana.

Recensione a: C. Rigobello – F. Strazzari, Bullismo. Spunti e proposte a partire dalla Bibbia, EDB, Bologna 2019, pp. 96, € 4,90.

La Chiesa ha da sempre a cuore il mondo dei giovani poiché essi sono i destinatari privilegiati della sua missione evangelica e della sua materna azione educativa all’interno della società. Pertanto, la Chiesa combatte il bullismo e il cyberbullismo e cerca in collaborazione con gli enti preposti, in particolar modo, con il mondo della scuola di arginare e combattere questo fenomeno. Papa Francesco in più occasioni ha definito il bullismo una vera e propria epidemia da sconfiggere e un male da conoscere per poterlo combattere e vincere:

Dobbiamo unirci tutti contro questa cultura del bullismo e imparare a dire: basta! È un’epidemia per la quale la migliore medicina la potete trovare voi stessi (si veda: https://www.google.com/amp/s/www.ilmessaggero.it/AMP/vaticano/papa_francesco_giovani_bullismo_scuola_giappone_tokyo-4885184.html).

Sulla base di queste considerazioni ci si chiede che cosa è il bullismo? È un fenomeno sociale che cresce a dismisura e come un “virus” si diffonde in diversi ambiti della società: scuola, famiglia, lavoro, nei luoghi di svago e colpisce, in particolar modo, gli adolescenti e i giovani. Il bullismo, prevalentemente, indica un’azione cattiva e gratuita atta a colpire ed offendere un’altra persona sia fisicamente che psicologicamente. Esso, peraltro, nei tempi recenti ha acquisito un nuovo volto: cyberbullismo che consiste nell’offendere, perseguitare, vessare e provocare danni al prossimo attraverso l’utilizzo di internet e dei social network. Questa nuova faccia del bullismo è molto più subdola e pericolosa della prima.
Si consideri la triste vicenda di Carolina Picchio, una quattordicenne che si suicidò poiché alcuni suoi coetanei pubblicarono online materiali foto e video in cui la povera vittima subiva molestie. Tale vicenda fece sì che la sua insegnante, divenuta senatrice, Elena Ferrara, lottasse per proporre e successivamente far approvare nel 2017 la Legge 71/17, che prevede la tutela dei minori sul web e offre degli strumenti concreti ai cittadini perché il fenomeno del cyberbullismo sia contrastato e perseguibile penalmente. Tuttavia, se si segue la cronaca ogni giorno si può constatare che il fenomeno della violenza tra i giovani è estremamente dilagante. Occorre contrapporre alla cultura della violenza veicolata, non di rado, da film, siti internet, video online e reality show una cultura del rispetto e della cura per l’altro, una cultura della fraternità a trecentosessanta gradi.
A tal proposito, risulta interessante il testo redatto a quattro mani da Carmelo Rigobello e Francesco Strazzari, il quale si propone di essere un sussidio efficace per formare sul triste fenomeno del bullismo e cyberbullismo tutti coloro che sono deputati all’arduo compito dell’educazione. Esso fornisce un vero e proprio itinerario educativo per contestare il fenomeno e vincerlo a partire dalla Sacra Scrittura. Gli autori ci illustrano diversi brani biblici che possono essere letti ed interpretati in chiave anti-bullismo. Emblematici sono in tal senso – per quanto concerne l’Antico Testamento – i racconti del libro dell’Esodo: il passaggio tra le acque del Mar Rosso, l’alleanza ai piedi del Sinai con il dono della Torah e l’episodio del vitello d’oro. Tali racconti pongono in evidenza la prepotenza e l’ostinazione che caratterizza l’agire del faraone e del suo esercito nei confronti di Mosè e del popolo di Israele. In tale contesto è possibile rintracciare gli atteggiamenti tipici dei bulli. Il faraone e il suo esercito con il loro fare arrogante vessano e costringono gli ebrei alla schiavitù. Il testo, a tal proposito, ci segnala il fenomeno del caporalato molto attuale e diffuso il quale consiste in un sistematico sfruttamento dei lavoratori per lo più stranieri che vengono assunti per lavorare in ambito agricolo e proprio come gli Ebrei dagli Egiziani vengono regolarmente resi oggetto di bullismo si legga quanto segue:

Ebbene, questi «caporali» si appropriano di parte della «paghetta» dei lavoratori in disprezzo di ogni diritto, ignorando quel minimo di dignità che spetterebbe ad ogni essere umano. E tutto senza pietà, con bullismo! Purtroppo, ci sono molti a cui piace fare il faraone, il prepotente, il cafone: appunto, il bullo, perché questa è la loro fotografia. (pp. 30-31).

Promuovere una cultura dell’ospitalità e dell’accoglienza, della cura e del rispetto per l’altro, mostrando anche come nei racconti del libro dell’Esodo Dio fa valere il diritto e la giustizia costituiscono un punto di partenza interessante per contestare il bullismo.
Del resto, combattere e arginare il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo dal punto di vista cristiano significa anche tentare delle strategie educative tali che consentono anche – eventualmente – il recupero dei ragazzi e delle ragazze che incarnano atteggiamenti tipici del bullismo. Lo scopo, infatti, di un educatore autentico – questo per quanto riguarda l’ambito scolastico – non è solo quello di individuare ed attuare provvedimenti disciplinari nei confronti dei bulli di matrice repressiva: sospensione dalle attività didattiche, allontanamento dalla scuola, ma anche e soprattutto quello di attivare percorsi di recupero che aiutano i bulli a riflettere su sé stessi e sul senso e le conseguenze delle loro azioni. Anche il bullo in genere è un ragazzo/a e, talvolta, più fragile delle vittime stesse dei suoi atti tracotanti. Il prevalere sugli altri, in effetti , a volte è solo il frutto di una canalizzazione erronea di un’esperienza traumatica vissuta e repressa nel fondo del proprio ‘io’. Molti racconti della Bibbia in tale contesto risultano di un’efficacia pedagogica inaudita: si pensi alla celebre storia di Saul e Davide: Saul è invidioso di Davide e in più occasioni gli tende trappole mortali (cfr. 1Sam 18,10-12) eppure Davide quando gli si presenta l’occasione per vendicarsi lo risparmia (cfr. 1Sam 24,17; 26,17). Ora a parte il fatto che l’ostinazione di Saul permane e questo gli costerà la vita e l’anima, ma l’azione di Davide ci dimostra che una strategia risolutiva per vincere il male in tutte le sue forme ed espressioni è quella di contrapporre ad esso il bene. Talvolta – almeno per quanto riguarda gli educatori – approcciarsi ad un ragazzo/a che pratica il bullismo promuovendo l’empatia e privilegiando un contatto cordiale e accogliente rispetto ad assumere un atteggiamento severo e punitivo può risultare miracoloso e può fare si che quel ragazzo/a diventa un esempio anche per gli altri.
Fondamentale è in questo ambito per ogni educatore volto a supportare le vittime di bullismo o a tentare di “convertire” i bulli stessi ricordare e fare proprio il motto di don Lorenzo Milani (1923-1967): I care (Mi sta a cuore). Il fenomeno del bullismo, infatti, se è in continua crescita è molto probabile che qualcosa non funziona. Spesso l’indifferenza e il divario generazionale tra adulti e ragazzi pongono le basi perché il bullismo metta radici e si consolidi in diversi ambiti (non solo nelle scuole) della società. Promuovere il rispetto delle differenze, educare alla sensibilità e all’accoglienza diventa un compito dal quale nessun serio educatore può esimersi. Il volume, per quanto concerne il Nuovo Testamento, si focalizza sul brano di Mt 23,13-28 e prende in considerazione gli atteggiamenti che spesso caratterizzano coloro che occupano all’interno della società una posizione di rilievo in cui esercitano un potere sugli altri.
Ebbene, nella pericope evangelica Gesù usa un linguaggio duro e severo con costoro. Molti dei capi religiosi e politici del suo tempo occupavano ruoli di comando ai fini di prevaricare sugli altri commettendo degli abusi perché essi hanno conquistato il ‘potere’ solo per accrescere i propri privilegi piuttosto che per servire la causa del popolo loro affidato. Scribi e farisei sono, dunque, dei ‘bulli’ poiché utilizzano la carica politica – religiosa di cui dispongono per sopraffare il debole e trascurare la causa della giustizia. Il testo attualizza questo brano evangelico canalizzando l’attenzione dei lettori sul grave fenomeno delle organizzazioni mafiose: Mafia, ndrangheta, camorra, sacra corona unita, mala romana. Tali organizzazioni esercitano il dominio sulla società terrorizzando le loro vittime attraverso atti di bullismo.
Il libro rievoca il ricordo del sindaco di Pollica Angelo Vassallo (1953-2010) che fu brutalmente assassinato dalla camorra nel settembre del 2010. La sua unica colpa fu quella di battersi per il rispetto della natura, dell’ambiente ed opporsi energicamente a iniziative e progetti che per conseguire loschi guadagni avrebbero messo ulteriormente a rischio la salute del pianeta. Il coraggio e la resistenza di Angelo ci ricordano che il male può essere e dev’essere contrastato attraverso gli strumenti della legalità e della democrazia. Pertanto, molti giovani oggi hanno diverse opportunità per combattere e vincere il bullismo in tutte le sue forme.
In tal senso vale la pena sottolineare come oggi tanti giovani si impegnano in percorsi di formazione e azione per la tutela e la custodia del creato è il caso dell’associazione The economy of Francesco un’associazione nata dall’attenzione pastorale di papa Francesco per la cura e il rispetto dell’ambiente nonché per cercare di dare vita ad un’economia più equa all’interno della società per aiutare a progredire anche i Paesi meno sviluppati. Tale associazione grazie al contributo di tanti giovani tra cui molti ex bulli che grazie al messaggio del Vangelo si sono ‘ravveduti’ ha dato vita a dei veri e propri villaggi della solidarietà volti alla promozione della cura del creato e alla individuazione di politiche sociali oneste ai fini di un’economia che tenga conto delle necessità di tutti e di ciascuno. Questo tipo di realtà costituiscono degli antidoti efficaci e soldi contro il bullismo e il cyberbullismo e promuoverne la conoscenza e la diffusione – anche in ambito – scolastico può essere un’arma vincente per controbattere il male.

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