Raimondo Cubeddu e ciò che rende razionale (e piacevole) il convivere
A partire dal suo nuovo ponderoso studio, uno sguardo al liberalismo individualistico di Raimondo Cubeddu
A partire dal suo nuovo ponderoso studio, uno sguardo al liberalismo individualistico di Raimondo Cubeddu
Un classico della teoria critica da rileggere per capire se e quanto siamo ancora unidimensionali
Ebbene, il comunismo sarà anche defunto in Russia e in Europa, ma se ha ottenuto un successo duraturo, che continua post mortem, è l’aver bandito il termine “socialismo” dal normale lessico politico attuale. Almeno in Italia l’operazione è perfettamente riuscita...
L’uomo è un essere razionale, ma non può fare a meno di assecondare, almeno talvolta e almeno in parte, le proprie passioni, i propri ardenti desideri, i propri slanci momentanei. Proprio intorno a questo connubio tra ragione-passione si gioca larga parte della vita politica di una comunità. Non vi può essere, infatti, un individuo completamente ed eternamente razionale, così come un suo alter ego totalmente pulsionale. Nel primo caso verrebbe meno probabilmente lo stesso afflato vitale di una persona, con negative ricadute sulla comunità (o sulle comunità) di cui fa parte, imbolsendola; nel secondo, al contrario, è verosimile si cagionerebbe la degradazione integrale di una civiltà costruita – non nel senso di un progetto intenzionale, ma come frutto di un lento processo cumulativo, faticoso e accidentato. In altri termini, estremizzando un po’, il conflitto che ne deriva è quello tra realtà e mito o, se si preferisce, tra “essere” e “dover essere”.