L’oblio dell’essere ottunde la ragione e genera mostri
21 gennaio 1950: settantatre anni fa moriva George Orwell. Il suo capolavoro è senz’altro la sua ultima fatica letteraria (almeno tra quelle pubblicate in vita): 1984. È molto più di un romanzo
21 gennaio 1950: settantatre anni fa moriva George Orwell. Il suo capolavoro è senz’altro la sua ultima fatica letteraria (almeno tra quelle pubblicate in vita): 1984. È molto più di un romanzo
Se vuoi capire davvero la storia, studia (anche) filosofia. Se vuoi capire davvero la storia internazionale, studia (anche) filosofia antica. Vero pure il reciproco ...
Da rivoluzionario, o sovversivo se si preferisce, a conservatore: questo il percorso psicologico e politico compiuto da Giuseppe Prezzolini (1882-1982) in virtù della lunga permanenza negli Stati Uniti. Esilio volontario...
D’accordo, Benedetto Croce ha detto che il cristianesimo è stato importante per il processo di civilizzazione dell’Europa. Ma in cosa consiste questa sua forza rivoluzionaria? Che cosa la religione del Cristo ha effettivamente messo in moto?
L’ateismo. Nietzsche ne soffrì il peso, se ne fece carico e ne fu infine travolto e schiacciato. Dostoevskij prima lo assorbì, poi lo rigettò ingaggiando una sfida che produsse bellezza e, con essa, salvezza. La bellezza imperitura dei romanzi della sua maturità artistica. Ma di quale ateismo stiamo parlando?
È dal tipo di legami con i suoi sottosistemi che si può valutare natura e concreto funzionamento di un sistema politico. Peraltro, esaminare il cinema di finzione significa occuparsi del grosso della produzione cinematografica e quindi di gran parte delle pellicole viste dal pubblico italiano durante il ventennio mussoliniano.
25 novembre 1970. Questa data evoca subito il gesto estremo di quell’estremista dell’arte e del pensiero che fu Mishima Yukio. Tutt’ora un enigma; per quanto lo si voglia scandagliare, tale egli resta. E continua ad interrogarci.
C’erano una volta due Stati chiamati entrambi Germania...
Il tempo è un argomento fondamentale per chi scrive. O meglio: la sua (eventuale) flessibilità. Per quale motivo?
Da quando è uscita la notizia è un profluvio di interventi e polemiche contro quella parola, “merito”, o contro il suo uso distorto in termini di “meritocrazia”...