Nicolò Bindi (1991) si è laureato in Filologia Moderna all’Università degli studi di Pisa, discutendo una tesi su “Teoria e pratica del futurismo. Palazzeschi, Marinetti, Soffici”. Interessato principalmente agli aspetti stilistici, metrici e linguistici, sta concentrando le sue ricerche letterarie soprattutto sugli autori delle avanguardie storiche e del modernismo italiano ed europeo. Collabora con diverse associazioni culturali. È docente presso l'Istituto "Francesco Datini" di Prato.
Quando la produzione gli comunicò alcune perplessità sul suo progetto cinematografico Nonno Felice contro il Dvce, Gianluca Jodice non si perse d’animo e, sostituendo sapientemente nel copione il nome del celebre personaggio tv con quello di Gabriele D’Annunzio, ottenne la sceneggiatura di un capolavoro: Il cattivo poeta. Questo progetto piacque assai anche per la sua freschezza: chi avrebbe mai pensato di narrare la vita di un grande artista del passato?
Purtroppo, o per motivi di stretta tempistica, o per incomprensioni varie, alcune scene non hanno potuto vedere la luce, menomando inevitabilmente il lavoro artistico per com’era stato concepito. In anteprima mondiale, però, siamo riusciti a recuperare il copione delle scene tagliate. Così, il lettore potrà farsi un’idea più completa del lungometraggio e di cosa, purtroppo, ha perduto in termini di rappresentazione. Tra parentesi quadra e in corsivo sono state riportate le annotazioni sparse dei produttori. In alcuni casi è pure esplicitato il motivo che ha portato all’eliminazione della scena.
Non ci resta, quindi, che soddisfare la vostra curiosità e augurarvi buona lettura!
Scena 15 “Primo incontro tra D’Annunzio e Giovanni Comini”
Luogo: Vittoriale
Comini: – Molto onorato, Comandante. Mi chiamo Giovanni Comini e, come può vedere, sono un giovane e ingenuo ragazzo che crede ciecamente nel regime fascista.
D’Annunzio: (sniffa una striscia di cocaina e palpa il sedere alla governante) – Ciao Giovanni, posso chiamarti Gianni? L’Italia sta facendo un grande errore ad allearsi con la Germania.
Comini: (basito) – Ah, ma lei dice parole che la mia giovane e ingenua fedeltà al fascismo ancora non mi fanno comprendere. Eppure il suo tono profetico mi affascina!
D’Annunzio: (sniffa una striscia di cocaina e palpa il sedere alla governante) – L’Italia, figliuolo, sta facendo un grande errore ad allearsi con la Germania.
Comini: – Quello che dice mi inquieta, ma ancora non mi convince, dato che siamo ancora all’inizio del film. Mi dica comunque su che basi lo afferma, a parte il senno di poi dell’attore che la sta interpretando, il monumentale Sergio Castellitto.
D’Annunzio: (sniffa una striscia di cocaina e palpa il sedere alla governante) – Caro mio, l’Italia sta facendo un grande errore ad allearsi con la Germania.
Comini: – Ora devo andare, è giunto per me il tempo di fare il giovane e ingenuo ragazzo che crede ciecamente nel regime fascista. Ma ne riparleremo, Comandante. Può starne certo.
D’Annunzio: (sniffa una striscia di cocaina e palpa il sedere alla governante) – Certamente, ma ricorda: l’Italia sta facendo un grande errore ad allearsi con la Germania!.
[scena andrebbe anche bene ma non possiamo permetterci tutta questa cocaina TAGLIARE TUTTA]
Scena 22 “Giovanni Comini parla con i picchiatori fascisti ignaro che siano picchiatori fascisti”
Luogo: Ufficio Comini
Comini: – Ehi tu, classico picchiatore fascista con la faccia da avanzo di galera [forse è bene trovargli un nome. Un nome fascista però. Che so, Italo, Vittorio, Pier Paolo…].
(il picchiatore fascista si avvicina con classica andatura fascista)
Comini: – Mi è stato detto da uno, che ha sentito da un altro [mi raccomando che s’ha pochi soldi per le comparse], che voi picchiatori fascisti avete dei modi un po’ bruschi. È vero?
Classico picchiatore fascista con la faccia da avanzo di galera: – No.
Comini: – Sei sicuro? Che hai dietro la schiena? (indica un anziano signore pieno di lividi maldestramente nascosto dietro la schiena del picchiatore)
Classico picchiatore fascista con la faccia da avanzo di galera: – Niente.
Comini: – Va’, ti credo. Non so, dev’essere la tua faccia ad ispirarmi tanta fiducia.
[Va marcata meglio la presa di coscienza del Comini. Rigirarla da capo]
Scena 58 “La storiella di D’Annunzio”
D’Annunzio: – Mi consenta di raccontare una storiella delle mie. Un giorno Gabriele e la consorte stavano passeggiando per Fiume. A un certo punto passano davanti a un cartello, Gabriele si ferma a leggerlo. «Cribbio Veronica», esclama, «giusto ieri sentivo gli abitanti di Fiume lamentarsi del caro vita, eppure… leggi qua!». «Dai amore, smettila, continuiamo la passeggiata», dice lei. «No, no, leggi qui! Camicie due euro… Giacche dieci euro…». «Dai Gabriele andiamo», insiste. «Ti ho detto di leggere! Guarda: pantaloni un euro e cinquanta, cappotto venticinque euro…». «Dai Gabriele», dice infine spazientita, «vuoi venir via dalla lavanderia?».
[Questo mi ricorda qualcos’altro. Togliere, non rischiamo plagi]
Scena 97 “Giovanni Comini capisce che il fascismo è una cosa brutta”
Luogo: Vittoriano [come Vittoriano?]
Comini: – Oh, Comandante! Avevate ragione voi! Ricordiamolo, lei non è fascista e non lo è mai stato. Quanto siete stato profetico!
D’Annunzio: (sniffa una striscia di cocaina e palpa il sedere alla governante) – Eeeeh, caro Giovanni, devi ricordarti che l’alleanza con la Germania sarà la rovina dell’Italia.
Comini: – Sapesse cosa ho visto: quei picchiatori fascisti con la faccia da tagliagole erano davvero dei picchiatori! Hanno picchiato il fratello della mia ragazza e probabilmente lo hanno condannato a morte. Lei per questo ha avuto una reazione inaspettata, poiché come personaggio è sviluppato davvero molto poco e vai a sapere te che era così emotiva. Insomma, s’è impiccata! Che devo fa’, Comandante?
D’Annunzio: (sniffa una striscia di cocaina e palpa il sedere alla governante) – Caro Giovanni, adesso che ti è finalmente chiaro che io non sono un fascista, posso dirti una cosa davvero importante, che potrebbe cambiare per sempre la tua vita: l’Italia commette un grande sbaglio ad allearsi con la Germania.
[Tempi lunghi e un po’ ripetitiva; questa la mettiamo nei contenuti speciali del dvd]
Scena 134 “Luisa Baccara racconta Fiume”
Luogo: Vittoriale
Baccara: – Quando Jimi Hendrix salì sul palco, io stavo già fuori come un balcone, bello. Cioè senti come stavo messa: vedevo i colori uscire dalla chitarra! Compreso zi’? I colori! Poi cioè l’inno con le bombe, cioè mega storia. A un certo punto a Gabri gli piglia il matto e s’alza, tipo in trance capito? Al sesto bombone d’oppio non c’ha visto più: ha preso De Ambris che stava ‘na cifra peggio di lui, se spogliano tutti – bam bam bam! – o non te scrivono ‘na costituzione? Ah bello: pure il voto alle donne c’avevano messo! Vallo a fa’ oggi zi’! Quella sì ch’era ‘na festa.
[Questa magari la aggiustiamo un pochino]
Scena 152 “D’Annunzio contro il Dvce”
Luogo: Verona stazione Porta Nuova
Scena: Mussolini altissimo e muscolosissimo, con un mento gigante, si trova la strada sbarrata dall’anziano D’Annunzio, leggermente sovrappeso ma armato di pace e amore.
Mussolini: – Cosa vuoi vecchio? (la voce deve ricordare quella di Ivan Drago in Rocky IV)
D’Annunzio: (sniffa una striscia di cocaina e palpa il sedere alla governante) – Sono venuto a impedirti di allearti con la Germania, Benito.
Mussolini: – E come pensi di fermarmi? Buah ah ah ah ah (la risata dovrà essere marcatamente fascista).
D’Annunzio: – Così! (lo abbraccia. In un primo momento, Mussolini appare interdetto, poi, sopraffatto dall’amore, decide di ricambiare teneramente l’abbraccio, scoppiando pure in lacrime).
(Presi dalla poesia del momento, anche i soldati e le camicie nere si abbracciano tra loro, singhiozzando e pentendosi delle loro cattive azioni).
D’Annunzio: – Oh, Benito… Io….
Mussolini: – Oh, baciami, stupido!
(I due si perdono nella passione del bacio, dissolvenza arcobaleno).
[Carina, ma potrebbe essere letta come filo-fascista]
156 “D’Annunzio incontra i legionari fiumani”
Luogo: cortile del Vittoriale
Scena: Alcuni ex-legionari fiumani sono venuti a rendere omaggio al Comandante. D’Annunzio si affaccia sul cortile, vede i suoi compagni d’avventura d’un tempo schierati con fierezza davanti a lui, vestiti con camice a fiori e pantaloncini corti.
D’Annunzio: (sniffa una striscia di cocaina e palpa il sedere alla governante) – Amici, compagni, adesso darò un grande saggio di recitazione, tirando fuori una delle grandi orazioni dannunziane: L’Italia ha fatto un enorme sbaglio ad allearsi con la Germania.
(Uno dei legionari tira fuori una chitarra acustica e la mostra al Vate)
Ardito generico: – Comandante, ancora una volta!
(Il Vate, vedendo la chitarra acustica, si rinvigorisce, rimembra i tempi del superomismo che fu, balza dal balconcino al cortile con salto felino, si mette la chitarra al collo e comincia a cantare uno dei suoi cavalli di battaglia).
D’Annunzio: Imago un mondo / sanza paradiso e sanza inferno / facile per te mirare / solo laude sia al cielo, al mare, alla terra / di pace e amor compunti…
(Tutti cominciano a ballare, a piangere e fumare spinelli improvvisati arrotolando i gagliardetti dell’artiglieria fiumana. Nella felicità generale, scrivono una nuova Costituzione che prevede il voto ai sedicenni).
[La scena è buona, ma Castellitto non ama controfigure e non possiamo sforare troppo il budget con le legittime richieste assicurative del suddetto. Potrebbe poi essere fraintesa con una vecchia pubblicità oleosa e svilire la tragica, complessa figura dannunziana fin qui ritratta]
160 “I funerali di D’Annunzio”
Luogo: Vittoriale
(tutti piangono, primo piano su Comini)
Comini: (vedendo la tomba) – La sua morte mi toglie una grossa preoccupazione.
(dissolvenza nera)
(Appaiono le varie note storiche finali)
«Giovanni Comini, dopo la morte del Vate, continuò il suo lavoro come Federale di Brescia, per cui ricevette anche una promozione per meriti eccezionali su proposta di un paio di generali. Dopo essere stato sostituito nell’incarico, divenne deputato e lo restò fino all’estate del 1943».
[Oh, ma che è qui? Ma non era un fascista pentito, Comini? Scrivere che è stato espulso dal partito. Aggiungere poi, per chi non lo sapesse, che l’Italia si allea con la Germania e viene sconfitta nella seconda guerra mondiale. Mi raccomando tutto per benino che non dobbiamo scrivere stupidaggini storiche].