Giuseppe Lubrino (1990) ha conseguito Laurea Magistrale in Scienze Religiose con indirizzo pedagogico-didattico nel 2017 presso la Pontificia facoltà teologica dell’Italia Meridionale all’Issr. “G. Duns Scoto” di Nola-Acerra. Ha discusso una dissertazione scritta dal titolo L’Educazione nel pensiero di Joseph Ratzinger. Una pedagogia del cuore. Attualmente insegna Religione Cattolica presso la Scuola Secondaria di secondo grado: “Iti.Marconi-Galilei” a Torre Annunziata (Na). Appassionato di Teologia biblica, approfondisce i suoi studi sul pensiero e l’opera di J. Ratzinger e sulla paideia cristiana.
Recensione a: R. Quaglia, La tentazione di Gesù, Publisher s24154 (7 maggio 2018), pp. 76, € 9,99.
Rocco Quaglia é un noto psicologo e psicoterapeuta, professore ordinario di Psicologia dinamica all’Università degli Studi di Torino. Da diversi anni egli compara gli studi biblici con la psicologia e attraverso le sue opere propone una lettura della Bibbia in chiave psicologica. Nel testo in oggetto è possibile sviscerare in un’ottica psicodinamica l’episodio narrato dai vangeli sinottici delle tentazioni di Gesù (Cf. Mc 1,12-13; Mt 4,1-11; Lc 4,1-13).
Le tentazioni di Gesù rappresentano le tentazioni di ogni uomo e di tutti i tempi: sete di soddisfare i bisogni relativi alla propria dimensione fisiologica, desiderio di un “regno”, brama di essere come Dio. Il “serpente/tentatore” è un maestro di Bibbia e umanità e sa bene quali leve utilizzare per tendere trappole agli uomini e alle donne di ogni epoca della storia. Lui è un astuto teologo benché oppositore da sempre del progetto di salvezza che Dio ha preparato e propone all’umanità. Il suo intento è quello disumanizzare l’uomo per alienarlo da Dio. L’episodio delle tentazioni si presta bene a porre in evidenza quali sono gli ambiti esistenziali attraverso cui ognuno può cadere vittima del male e così subirne il fascino.
Sì, il male spesso affascina, lusinga. Mostrandosi in maniera ingannevole, fa deviare dalla “retta via” fino ad indurre chi ne è preda a compiere l’assurdo con la convinzione di star facendo invece il bene. Gesù con il suo esempio e il suo insegnamento protegge da un simile inganno e mette in guardia tutti e ciascuno su come difendersi da questo tipo di attacchi. Le tentazioni di Gesù in tale contesto mostrano ai lettori di tutti i tempi il carattere pedagogico, educativo, che i Vangeli costituiscono per l’esistenza umana in quanto tale.
Si legga quanto segue:
La parola di Dio è a quattro dimensioni: per la sua lunghezza, attraversando secoli, epoche, generazioni differenti; per la sua larghezza, rivolgendosi a tutti gli uomini per età, per cultura, per istruzione diversi; per altezza, collegando il cielo alla terra e l’eternità al tempo; per profondità sopportando infinite letture (p. 5).
Gesù nel deserto ricapitola in sé il cammino di Israele e dei grandi personaggi biblici dell’Antico Testamento, ma con Gesù nel deserto si può inoltrare ogni uomo e ogni donna anche del nostro tempo. In tal senso, il deserto diventa un “luogo simbolico”, una “metafora” che rappresenta l’itinerario di ciascuna persona che intende elevarsi, crescere, maturare nella fede come nella vita al fine di affrontare senza ansie, turbamenti e insicurezze la quotidianità dell’esistenza.
Il deserto ha una lezione da insegnare a chiunque lo attraversi: bisogna apprendere a scrutare il cielo. Soltanto nel deserto si può imparare a scorgere i messaggi che vengono dall’alto, a leggere le parole che un giorno senza voce affida a un altro giorno, a riconoscere l’annuncio che la notte a un’altra notte trasmette. Chi lo attraversa saprà alla fine udire le parole che narrano della gloria di Dio e dicono dell’opera delle sue mani (Sal 19, 2-3). Se Israele predice la vita di Gesù, Gesù predice la vita di quanti vogliono seguirlo (pp. 9-10).
Il professor Quaglia propone, dunque, un itinerario a chiunque voglia attraversare il deserto del proprio io per imparare ad apprendere meglio il mestiere della vita. Emerge in maniera prorompente da queste pagine che la Bibbia risulta essere un supporto fondamentale per perseguire tale scopo. L’episodio delle tentazioni si configura come un cammino di “guarigione” per chiunque desidera imparare a vincere sé stesso per superare tutti gli ostacoli che possono impedirgli di crescere in umanità e sapienza, di coltivare le virtù per vivere la propria vita con serenità e determinazione. L’uomo Gesù è determinato a compiere il volere del Padre. Sa di essere il figlio di Dio ma non sfida le leggi della creazione e vince il confronto con il tentatore. Pur avendo e patendo la fame Gesù non trasforma la pietra in un pane, desiste e resiste e ne uscirà vincitore. Il cuore dell’essere umano spesso è incline a seguire ciò di cui non ha affatto bisogno e trascura ciò che gli è necessario. In tale dinamica è possibile cogliere nell’atteggiamento di Gesù un monito per imparare a scegliere e a compiere ciò che giova e non solo ai sensi e agli istinti ma soprattutto allo spirito, all’ “io” interiore. La sfera della vita umana non si esaurisce con il soddisfacimento del solo piano fisiologico ma va oltre. Il cuore necessita di cibo per lo spirito, l’uomo è un essere pensante e ha bisogno di porsi delle domande e ricercare delle risposte, così da vivere una vita piena e appagante.
Il cuore dell’uomo è diventato un deserto inospitale per la santità di Dio. L’entrata di Gesù nel deserto simboleggia dunque l’ingresso nel cuore dell’uomo, in un cuore diventato da lungo tempo dimora della civetta e del corvo (Is 34, 11), cioè un cuore che, pari a civetta, vive nell’oscurità, e che, pari a corvo, si nutre di conoscenze morte. Gesù, dunque, è la Parola di Verità che ritorna «nel Vento della sera» (Gn 3, 8) (cfr. p. 17).
La scena dell’episodio delle tentazioni di Gesù non vuole essere solo un confronto serrato tra il bene e il male ma un insegnamento che attraversa i secoli e le epoche della storia con l’intento di indicare all’uomo la via della liberazione vera e della piena realizzazione della sua esistenza. Nella seconda prova il tentatore diventa ulteriormente più subdolo e pone Gesù stesso a confronto con la Parola di Dio. Ricorre, infatti, alla Scrittura e dice a Gesù di gettarsi dal pinnacolo del tempio cosicché potrà sperimentare, come è scritto, il soccorso degli angeli. In tale modo Gesù potrò offrire uno spettacolo di gloria ad Israele e manifestarsi come il Messia politico-guerriero atteso dal popolo. È evidente quanto in questa scena il tentatore è sottile, bugiardo e cerimonioso: lui suggerisce a Gesù di “dimostrare” quanto egli sia “Figlio” del Padre. L’attacco qui che viene perpetrato è alla paternità di Dio. Il diavolo non nega l’esistenza di Dio ma la sua paternità, vuole “tentare” Gesù di scegliere la via della gloria anziché quella stabilita da Dio dell’umiltà e della croce.
Quante volte ognuno di noi desidera che la propria vita si svolga secondo i propri desideri? Quante volte preferiremmo optare per la “strada facile” nella realizzazione di noi stessi. La Parola di Dio ricorda che non sempre la strada facile è quella giusta e che non sempre ciò che è oggetto dei nostri desideri coincide con ciò che ci arreca benessere e pace. Nella terza ed ultima tentazione Satana vuole sedurre Gesù mostrando a lui “tutti i regni della terra” offrendoglieli in cambio di un atto di culto. Il male è capace di esercitare controllo, manipolazione, seduzione e inganno su coloro presso i quali decide di agire. In tale scena emerge il desiderio che da sempre induce l’essere umano a cadere e a disumanizzarsi: essere come Dio, sentirsi adorato.
Molti nel mondo accumulano ricchezze anche attraverso vie disoneste e a qualsiasi costo al solo scopo di avere “sudditi”, di ricevere “riverenze”, di essere “serviti”. Dietro tale “tentazione” si cela un bisogno inappagato di amore e di accettazione. Gesù disarma, disorienta e confonde il tentatore e con poche parole ma dense lo spiazza: Adorerai Dio solo! Il cuore del messaggio biblico si racchiude in due indicazioni: Amare Dio sopra ogni cosa e amare il prossimo come se stessi.
Rocco Quaglia in queste pagine propone un itinerario di introspezione affinché ai lettori sia offerta l’opportunità di compiere un viaggio all’interno del proprio abisso Interiore al fine di “rivedere” nel profondo i propri desideri così da conciliare con un cammino di crescita, educazione, maturazione della propria identità personale. Immergersi nella lettura di questo libro costituisce un’occasione di comprensione approfondita delle varie dinamiche che caratterizzano l’esistenza umana e la realtà alla luce della Bibbia così da scrutarne le incomparabili ricchezze e sulla scorta degli apporti della più recente ricerca psicologica.