Giuseppe Lubrino (1990) ha conseguito Laurea Magistrale in Scienze Religiose con indirizzo pedagogico-didattico nel 2017 presso la Pontificia facoltà teologica dell’Italia Meridionale all’Issr. “G. Duns Scoto” di Nola-Acerra.  Ha discusso una dissertazione scritta dal titolo L’Educazione nel pensiero di Joseph Ratzinger. Una pedagogia del cuore. Attualmente insegna Religione Cattolica presso la Scuola Secondaria di secondo grado: “Iti.Marconi-Galilei” a Torre Annunziata (Na). Appassionato di Teologia biblica, approfondisce i suoi studi sul pensiero e l’opera di J. Ratzinger e sulla paideia cristiana.

Il noto psicoanalista Massimo Recalcati si è espresso in più occasioni sul tema del “disagio giovanile” che sembra costituire il manifesto dell’attuale contesto socioculturale. Egli, con lucidità di pensiero, inquadra il disagio che vivono oggi molti giovani in tre grandi aree: la sindrome di hikikomori, disturbi alimentari e autolesionismo. Precisa, inoltre, che tali forme di disagio sono state solo accentuate dalla drammatica esperienza pandemica ma che già prima esse si mostravano all’orizzonte della vita dei giovani.

La sindrome di hikikomori in Giapponese esprime la rinuncia, il ritiro, l’isolamento dalla scena della vita pubblica e sociale. Tale tendenza, da diverso tempo ha preso forma anche in molti dei paesi occidentali spingendo. di fatti, molti ragazzi e ragazze a vivere la propria vita rinchiudendosi in se stessi. Pertanto, atteggiamenti di tipo introverso hanno preso il sopravvento su atteggiamenti volti alla dissipazione, al puro sballo che caratterizzavano i giovani delle generazioni precedenti. Secondo Recalcati assistiamo dunque ad un cambio di paradigma della gioventù: dalla dissipazione all’introversione e all’isolamento sociale. Oltre a ciò, si assiste ad un incremento notevole dei disturbi alimentari in un’epoca come quella attuale in cui il benessere fisico ed alimentare é alla moda, si tocca con mano il paradosso nel fatto che, molti giovani cadono vittime dell’anoressia e della bulimia. Infine, l’autolesionismo: ragazzi e ragazze che si sentono oppressi dalle fragilità caratteriali, sommersi da un senso di precarietà soffocante, non di rado giungono al punto di ledersi nel corpo per esprimere le loro “lesioni interiori”. Una lettura profonda e ricca di spunti di riflessione sui tanti perché circa il vissuto di molti giovani odierni.

Sulla base di queste acquisizioni, si può ben comprendere tra l’altro, il motivo per cui si registra allo stato attuale un aumento spaventoso di episodi di violenza tra i giovani. Quando si prende coscienza che la propria vita poggia su delle sabbie mobili la paura di sprofondare prende il sopravvento e così ci si dimena in tutti i modi possibili per cercare un appiglio che faccia restare a galla. Dinanzi alla mancanza di un’identità solida, di punti di riferimento autorevoli e significativi,  come un genitore, un insegnante, un parroco, un capo del partito politico di appartenenza, si sprofonda in un baratro esistenziale senza fondo. É a questo punto che molti giovani si aggrappano alla violenza cieca come unica possibilità di esprimere il loro dolore e di rendere manifesto il loro malessere.

C’è un enorme bisogno di suscitare nei giovani interesse e passione per la conoscenza. Bisogna attrezzarsi perché ragazzi e ragazze possano “riscoprire” il gusto del sapere, innamorarsi della cultura così da imparare “a conoscersi meglio “ e, di conseguenza, acquisire gli strumenti necessari e giusti che consentiranno loro di “esplorare” consapevolmente il mondo, dotati di una bussola eviteranno di disperdersi nei meandri della notte.

Dal punto di vista sociale bisognerebbe “riscoprire” l’importanza e la ricchezza della famiglia, la passione per l’istruzione la quale, non dovrebbe essere più  percepita come un agglomerato di “nozioni” tossiche da ingerire. Essa,infatti, per molti giovani é paragonabile ad un medicinale dal cattivo sapore ma la cui assunzione si rende necessaria per recuperare la salute. Occorre debellare alla radice questa “percezione” della cultura e si impone un ripensare l’istruzione nei suoi fondamenti pedagogici. Infine, sarebbe utile riappropriarsi della dimensione spirituale della vita per colmare il vuoto che incombe sulla mente e sul cuore di non pochi giovani che inevitabilmente si chiedono il perché del senso della vita e della morte, della gioia e del dolore, del bene e del male.

Gesù invita le genti a prendere il largo. A gettare le reti sulla forza della sua Parola. Tale monito,  dal sapore evangelico, rappresenta una provocazione accattivante ed attuale: scommettere sulla fede le sorti della propria vita, lasciarsi “guidare” da antichi ma attuali insegnamenti, per edificare un’identità personale adeguata per abitare con una marcia in più la realtà sociale complessa che cateterizza il tempo attuale.

Loading