Emanuela Maria Giubilato frequenta la seconda classe del Liceo artistico "Don Gaspare Morello" di Mazara del Vallo (TP).
Recensione a
K. Genki, Se i gatti scomparissero dal mondo
Einaudi, Torino 2020, pp. 176, €20.00.
Se i gatti scomparissero dal mondo, pubblicato nel 2012, è il primo romanzo di Kawamura Genki, uno scrittore, produttore e sceneggiatore giapponese. Se i gatti scomparissero dal mondo è una lettera, o meglio, il testamento che il protagonista scrive poco prima della sua morte, dove racconta i suoi ultimi ed inusuali sette giorni di vita.
Il protagonista è un postino di circa trent’anni che vive con il suo gatto Cavolo; è un ragazzo timido, a tratti malinconico e con una vita semplice nella quale è facile rivedere la propria. Egli vive la sua normale quotidianità, fino a quando, dopo frequenti mal di testa, gli viene comunicato che gli rimangono solo pochi giorni di vita a causa di una malattia incurabile. A dargli una seconda occasione, però, è il Diavolo, il quale irrompe all’improvviso nella camera del protagonista. Non stiamo certamente parlando del solito Diavolo di cui siamo abituati a sentir parlare: quello di Kawamura Genki è un Diavolo solare, spensierato, schietto e sarcastico, in contrasto col carattere mite del protagonista.
Il Diavolo propone, dunque, un patto al protagonista: un giorno di vita in più per ogni oggetto che accetterà di far scomparire. Ogni oggetto, però, è legato ad un ricordo e pian piano, oggetto dopo oggetto, il protagonista si ritrova a dover fare i conti con fantasmi del passato, ferite ancora aperte, vecchie emozioni e tutto ciò che la scomparsa di ogni oggetto porta con sè.
Se i gatti scomparissero da mondo, seppur leggero, scorrevole ed ironico, non è un libro che puoi subito mettere da parte una volta terminato. Ti costringe alla fine di ogni capitolo a fermarti per riflettere; riflettere sulla vita, su chi ti sta accanto, sul valore dei ricordi, sulle nostre fragilità, su ciò a cui diamo più importanza e ciò a cui scegliamo di darne meno.
La proposta del Diavolo, infatti, seppur sbagliata, si rivela estremamente provocatoria: facendo scomparire qualcosa ogni giorno, e dunque rendendoti cosciente di non poter più utilizzare quel determinato oggetto, capisci il vero valore delle cose che nella quotidianità davi per scontato o che ti sembravano insignificanti, ma soprattutto l’immenso valore della vita e delle persone che ci stanno attorno.
Ti ritrovi, infatti, a ripercorre la tua vita insieme al protagonista e forse era proprio questo l’obiettivo di Kawamura Genki: far in modo che il lettore si immedesimasse in lui (di cui non si conosce il nome, forse proprio per agevolare l’immedesimazione del lettore), così da intraprendere con lui il percorso emotivo e di consapevolezza che nel libro il protagonista si ritrova a dover affrontare. Il protagonista prende coscienza di quanto nel corso della sua vita si sia focalizzato sulle cose sbagliate, senza dare la giusta importanza a ciò che contava davvero. Si rende conto di aver sprecato un’enorme quantità di tempo. Il patto col diavolo si rivelerà, quindi, un’imprevista revisione della propria vita.
Il protagonista acquisisce una nuova consapevolezza di sé stesso, del suo vissuto, e di ciò che lo circonda e capisce che vale la pena vivere solo se lo si fa per qualcuno. Capisce inoltre che ogni cosa al mondo esiste per una ragione e che nessuna cosa è troppo insignificante o non abbastanza importante da poter essere sacrificata.
Il libro di Kawamura Genki ti avvince per la scrittura scorrevole ma soprattutto perché è un’occasione per fermarsi e guardare la propria vita con distacco perché solo così riusciamo ad avere una visione il più completa e oggettiva possibile di essa, rendendoci conto che saremmo potuti essere più felici se avessimo guardato certe esperienze da un punto di vista differente. Seguire l’evolversi del protagonista, il processo di maturazione che lo porterà a rivedere e riconsiderare ogni aspetto della sua vita, è un’esperienza di autoanalisi che innesca un processo di crescita anche nel lettore.