Ivo Stefano Germano è docente di Media digitali e Strategie della comunicazione politica e istituzionale presso l'Università degli Studi del Molise. È autore di numerosi saggi e articoli scientifici, nonché monografie, tra cui: Barbie. Il fascino irresistibile di una bambola leggendaria (2003); La società sportiva. Significati e pratiche della sociologia sportiva(2012); New Gold Dream. E altre storie degli anni Ottanta (con Danilo Masotti, 2013); Aside Story. La fatica delle vacanze (con Sabina Borgatti, 2017); Sociologie del mutamento(et al.; 2017); #Quartierinogauchecaviar. Sneackers rosse eppur bisogna andar (2018); Sociologie. Teorie, strutture, processi (con Michela Felicetti, 2021).
Il proporzionale puro festivaliero. “Lei che prende – lei che dà, lei che vince – lei che ha, lei che ride – lei che c’è tutte le volte che volevi me”. Serata utile. Sono venuto a conoscenza dell’esistenza di Chiello, i Twin Violìns, Fra Quintale, persino, gli Ofenbach. Sono stato catapultato in una diretta di MTV dei primi anni Novanta con Neffa. Se c’è una ragione di più della serata dei duetti, oltre al fatto di essere la vera finale è lo scandaglio di volti, vestiti, scelte musicali di tanti e tanti “non conoscevo”. In realtà, da settimane, tutto girava attorno a due duetti, antitetici fra di loro, cioè Giorgia e Annalisa con Skyfall di Adele (nulla da aggiungere), vittoriose con un filo di gas e Fedez con Masini in Bella Stronza, bravissimi. Tutto estremamente facile, quasi piano. Ognuno calibrante giudizio e attese, in preparazione di stasera. Di gran classe, ad esempio, Gaia e Toquinho. Per ambito e possibilità, la serata più da Carlo Conti che ci possa essere. Incipit da Tale e Quale con Mahmood a interpretare Gabriel Garko, il benevolo controllo verso Geppi Cucciari, fingendo apprensione, tipico di una leadership sicura che si specchia in ascolti da 70,8% e 13,6 milioni di telespettatori. Scavalla amabilmente i triplici guasti tecnici di Creuza de Mä di Bresh e Cristiano De André. Duetto dopo duetto, l’epifania del controllo totale, della calma sovrana, per taluni ipnotica. Antidoto alle edizioni sanremesi che suscitavano sdegno, critiche, reazioni scomposte, polemiche da riversare nei talk show che affollano i palinsesti. Il proporzionale puro, guilty pleasure dell’elettorato profondo, con tanto di preferenze, ovviamente, canterine. Che siano canzoni te ne accorgi completamente di notte mentre appare la classifica finale. Nel mezzo i “grazie, grazie davvero” di Carlo Conti. Nel frattempo, Topo Gigio è arrivato secondo. Buongiorno a “Tutta l’Italia, Tutta l’Italia, Tutta l’Italiaaaa”. Ma proprio tutto. Basta. Stop. Popzilla si ferma qui. La serata finale è show televisivo. Nonostante tutto. Ciao.
P.S.: Mai più un Sanremo senza Annalisa in concorso. Mai più. Grazie.