Giuseppe Lubrino (1990) ha conseguito Laurea Magistrale in Scienze Religiose con indirizzo pedagogico-didattico nel 2017 presso la Pontificia facoltà teologica dell’Italia Meridionale all’Issr. “G. Duns Scoto” di Nola-Acerra. Ha discusso una dissertazione scritta dal titolo L’Educazione nel pensiero di Joseph Ratzinger. Una pedagogia del cuore. Attualmente insegna Religione Cattolica presso la Scuola Secondaria di secondo grado: “Iti.Marconi-Galilei” a Torre Annunziata (Na). Appassionato di Teologia biblica, approfondisce i suoi studi sul pensiero e l’opera di J. Ratzinger e sulla paideia cristiana.
Recensione a: R. Guardini, L’essenza del Cristianesimo, Morcelliana, Brescia 1995, pp. 96, € 6,00.
Il celebre teologo Romano Guardini nella sua opera L’essenza del Cristianesimo si propone di rintracciare il fulcro centrale della fede cristiana e di porre in evidenza con stile sobrio, suggestivo e raffinato la peculiarità del cristianesimo rispetto alla storia umana e alle altre tradizioni religiose. Tale opera è ormai un classico della teologia contemporanea. Romano Guardini, infatti, può essere serenamente annoverato tra i teologi più illustri del nostro tempo. L’opera in questione tra l’altro ha ispirato anche il celebre bestseller di Joseph Ratzinger, Introduzione al Cristianesimo.
Nel testo qui esaminato, Guardini sostiene che il cristianesimo non può essere ridotto ad una religione che si presta in maniera adeguata alle istanze della ragione, tantomeno può ridursi ad un mero sentimentalismo nel concetto di amore per Dio e amore verso il prossimo. Il cristianesimo è tutto questo, certamente, ma va oltre ed è altrove che occorre ricercare la sua essenza e la sua peculiarità. Con la sua profonda e magistrale riflessione, Guardini rileva come il cristianesimo differisca sostanzialmente da altre tradizioni religiose: il buddhismo, ad esempio, ha nella figura di Siddaharta un maestro che indica ai suoi discepoli la via della liberazione e del raggiungimento del Nirvana, ma non si identifica con essa. Allo stesso modo, Mosè nell’Antico Testamento fa da “mediatore” tra Jahvè e il popolo di Israele, riceve da Dio e a sua volta dona al popolo la Torah ma non si identifica con il messaggio di cui è portatore. Identicamente a costoro anche gli Apostoli nel Nuovo Testamento sono annunciatori del mistero della salvezza ma non si identificano con esso. A questo punto, dove è che è possibile riscontrare l’essenza del cristianesimo?
Or bene, essa consiste nel fatto che Gesù si identifica con il messaggio stesso di cui è portatore per l’umanità. Nella persona di Gesù si identifica l’opera redentrice e salvifica di Dio. Egli è il Verbo incarnato entro il quale l’umanità ha di nuovo la possibilità di “incontrarsi” con Dio. Si legga quanto afferma Guardini: «Cristo è il contenuto e la misura dell’agire cristiano in senso assoluto. Il bene in ogni azione è Lui» (p. 67).
Peculiarità del cristianesimo è di essere una religione incarnata: il Dio di Gesù Cristo è entrato effettivamente nella storia umana – nella pienezza dei tempi –, ha riaperto all’umanità la porta del cielo, della trascendenza. Questa è la tesi che Guardini sottintende nella presente opera; la sostiene e dimostra a partire da una prospettiva genuinamente cristica ed ecclesiologica attraverso un excursus biblico critico e analitico. Si legga e rifletta sul seguente brano:
La persona di Gesù Cristo, nella sua unicità storica e nella sua gloria eterna, è di per sé la categoria che determina l’essere, l’agire, e la teoria di ciò che è cristiano. Questo è un paradosso. Ogni sfera dell’essere contiene certe determinazioni fondamentali, che la caratterizzano nella sua particolarità e la distinguono dalle restanti (p. 77).
Sulla base di queste acquisizioni, possiamo asserire che per Guardini “l’essere in Cristo”, formula di chiara impronta teologica paolina, diventa la chiave interpretativa essenziale dell’intera esistenza cristiana.